Ormai da qualche giorno vige l’obbligo di chiusura dei locali commerciali alle ore 24 e il divieto di vendere alcolici e bibite in lattina da asporto anche dopo le ore 22. Il Dpcm che ha introdotto questi divieti, però, non è chiarissimo e gli esercenti stanno aggirando la normativa.
Un bar che lavora 24 ore su 24 ha pensato bene di chiudere alle ore 24, così come disposto dal Dpcm, ma di riaprire 15/20 minuti dopo perchè il decreto stabilisce l’ora di chiusura ma non quella di apertura nè la durata della chiusura stessa.
Rimanendo nella norma e rispettando i divieti, quindi, l’esercente, pur rimanendo chiuso, riapre qualche minuto dopo (quando ormai è già “domani”).
Altri esercenti, invece, rispettando il divieto di vendere alcolici e bibite in lattina dopo un determinato orario per coloro che vogliono consumarli all’esterno dell’esercizio commerciale, si stanno attivando per vendere bibite in bottiglietta di plastica: in questo modo, pur rispettando la norma riescono a soddisfare i clienti.
Questo fa comprendere che quando un decreto d’urgenza è fatto entrare in vigore senza troppi controlli e senza che lo stessa preveda regole ben definite, aggirarlo è possibile.
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