Si fa un gran ripetere che le badanti e le colf, ed in genere tutti i lavoratori domestici sono considerati alla stregua di tutti gli altri lavoratori dipendenti. Ma è davvero così? È vero, le badanti e le colf da anni, hanno il loro CCNL di riferimento.
Ed è altrettanto vero che sono passati già 10 anni da quando è stata varata ed adottata la celebre OIL, ovvero, la Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. CCNL ed OIL sono istituti che tra le altre cose affermano i vari, tanti, diritti che colf e badanti hanno durante l’espletamento della loro attività. Ma le cose non vanno proprio così, anche a causa del Coronavirus.
Perché il Covid ha peggiorato la situazione lavorativa
A causa del Covid, per badanti, colf, baby sitter e così via, le condizioni di lavoro sono peggiorate sensibilmente.In primo luogo perché pare che, statistiche alla mano, in diversi Paesi Europei si è toccata la punta del 20% come perdita del posto di lavoro. Percentuali alte che non hanno riguardato dolo l’Europa, perché per esempio, la stessa percentuale di è registrata nel Nord America e in Sudafrica, e in tutti gli Usa la media è addirittura più alta, perché hanno perso il lavoro tra il 25 ed il 50% dei lavoratori. Statistiche che proprio l’OIL ha diramato.
L’intero settore è stato gravemente colpito dalla crisi Covid, e parliamo tanto dei lavoratori quanto delle famiglie interessate da questi addetti. “La crisi ha evidenziato la necessità di formalizzare il lavoro domestico per garantire un lavoro dignitoso a questi lavoratori e lavoratrici, a partire dall’estensione a tutte le lavoratrici e i lavoratori domestici della legislazione sul lavoro e della sicurezza sociale e dalla loro effettiva applicazione”, queste le parole che hanno accompagnato lo studio statistico da parte del Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder.
Cosa succede in Italia?
Straniere e soprattutto, di provenienza Balcanica e dell’Est Europa, questo l’identikit delle domestiche, soprattutto colf e badanti, che lavorano in Italia secondi uno studio di Domina, popolare e importante associazione del settore. Oltre il 50% di chi svolge il ruolo di badante proviene dall’Est Europa. La ricaduta di queste attività sul PIL dei loro Paesi di origine è enorme. Basti pensare che per esempio, in Moldavia il lavoro di queste donne in giro per il Resto d’Europa a fare le badanti, vale il 16% del prodotto interno lordo nazionale.
Straniere quindi, che sempre secondo Domina, creano anche il caso dei cosiddetti orfani bianchi e l’altro della sindrome Italia. Depressione, problemi psichici e disturbi di vario genere che colpiscono tanto le lavoratrici, costrette a restare lontano dagli affetti e dai cari per lavorare e tanto i familiari, soprattutto bambini, lasciati a casa senza l’affetto della loro madre.
Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina