Contributi versati prima dei 18 anni, quando valgono 1,5 volte?

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Ecco quando i contributi versati prima di compiere la maggiore età valgono di più ai fini pensionistici.
Ecco come andare in pensione in anticipo 2023 a chi ha perso il lavoro nel 2022 ed ha sfruttato il periodo di Naspi.

Il lavoro precoce da diritto, in alcuni casi, a delle importanti agevolazioni sulla pensione. Se da una parte abbiamo la possibilità di accedere alla pensione anticipata con la quota 41 riservata ai lavoratori precoci che, però richiede almeno 41 anni di contributi versati, dall’altra abbiamo una valorizzazione maggiore dei contributi.

Contributi prima dei 18 anni

La quota 41, in ogni caso, è accessibile solo a chi ha contribuzione versata prima del 1996 (si presuppone, quindi, che chi oggi ha 24 anni di contributi versati a partire dal 1996 non potrà accedervi neanche al raggiungimento dei 41 anni di contributi).

La legge 335 del 1995, conosciuta anche come Riforma Dini, prevede, però, un grande incentivo per chi ha iniziato a lavorare prima del compimento dei 18 anni. I contributi versati prima del compimento della maggiore età, infatti, possono avere un valore di 1,5 volte: per ogni anno di contributi versati prima della maggiore età, quindi, vengono riconosciuti 1 anno e mezzo di contributi.

Questo significa che chi ha versato 2 anni di contributi dai 16 ai 18 anni, si vedrà riconoscere 3 anni di contributi. Tale aumento dei contributi, però, è valido solo per il raggiungimento del diritto alla pensione ma non per il calcolo dell’assegno pensionistico spettante.

Questo beneficio, però, è riservato solo a chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 e non è riconosciuto a chi ha contribuzione versata anche prima di tale data.

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