Da oggi obbligo green pass anche per le badanti, fatta la legge trovato l’inganno

Oggi obbligo di green pass nel lavoro domestico, una norma inapplicabile che favorirà il ritorno del lavoro sommerso.
badante

Da oggi, 15 ottobre, anche nel settore domestico è obbligatorio il Green Pass. E, quindi, anche Colf e Badanti per poter continuare a lavorare deve essere in possesso del certificato verde ottenuto o con i tamponi ogni 48 o 72 ore o con la vaccinazione.

Come abbiamo visto anche in precedenti altri articoli, molte sono le badanti prive di vaccino o vaccinate con il vaccino russo, lo Sputnik, che non è valido per il green pass.

L’obbligo che scatta oggi nel settore domestico lascia molti dubbi e perplessità soprattutto alla luce del fatto che questo obbligo va ad impattare inevitabilmente sui diritti di una fascia della popolazione fragile, come è appunto quella degli anziani.

Green pass badanti: i problemi reali

Al di là delle conseguenze quello che lascia perplessi è la possibilità di attuazione di questo obbligo. Nella maggior parte dei casi il datore di lavoro delle badanti è proprio l’anziano che assistono. In molti casi l’anziano non è autosufficiente o, comunque, non è in grado si utilizzare smartphone o altri device che permettano il controllo della validità del green pass.

A questo bisogna aggiungere che in molti casi le famiglie sono lontane o impossibilitate a effettuare i controlli del caso. Come si procederà? Si sanzionerà un anziano incapace di utilizzare lo smartphone perchè non ha provveduto a controllare il green pass della badante? E chi è preposto a controllare se i datori di lavoro effettuano i controlli del caso nel lavoro domestico? Ricordiamo che si tratta di abitazioni private in cui, nella maggior parte dei casi, il datore di lavoro vive con il dipendente.

E poi, supponiamo che l’anziano provveda ai controlli e scopra che la badante non ha il green pass. Bene, la sospende dal lavoro, questo è già stato detto, ma dovrà continuare a fornirla vitto e alloggio finchè non deciderà di licenziarla (per un motivo diverso dalla mancanza del green pass). E ci saranno, quindi, l’anziano che può vivere con la badante sospesa e che magari mangiano anche allo stesso tavolo visto che vive nella stessa casa, ma per assurdo la collaboratrice non potrà lavorare e avere lo stipendio.

Cosa porta a supporre tutto questo? Che nella maggior parte dei casi si procederà a continuare il lavoro in nero: la badante senza green pass continuerà ad assistere l’anziano con cui vive anche se è sospesa e senza stipendio ricevendo, però, la paga spettante in nero che tanto nessuno controllerà se questo avviene o meno no?. E si andrebbero a vanificare tutte le sanatorie per lavoro domestico che hanno fatto emergere il lavoro sommerso…Ma questa è l’Italia.

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