Il Covid non fa sconti sui contagi e non fa sconti sulla crisi economica. Alla luce degli ultimi sviluppi riguardo la pandemia da Coronavirus, con nuove misure restrittive e nuove chiusure di attività, il governo ha pensato a nuove misure a sostegno delle attività chiuse. Ma non ci sono solo bonus e indennizzi, perché il governo ha deciso pure per lo slittamento di molte tasse, soprattutto quelle che scadono in questi ultimi mesi del 2020. Una lista di balzelli sempre più lunga quelli rinviati.
Quali tasse slittano al 16 marzo
Le ritenute e l’Iva da pagare il 16 novembre prossimo slittano al16 marzo 2021.Questa sorta di agevolazione riguarda quei contribuenti che hanno dovuto chiudere a causa del Dpcm nelle zone rosse e arancioni.
In pratica, si danno 120 giorni in più per versare l’Iva e le ritenute ai titolari delle attività economiche chiuse dopo l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
A chi si rivolge la proroga delle scadenze delle tasse
In parole povere, tutte le attività che hanno dovuto prima ridurre le loro attività, con chiusure alle 18, con unica attività consentita l’asporto e poi chiuse del tutto, rientrano in questo slittamento di imposizione fiscale. Ma ci sono anche le attività che sono state chiuse fin da subito, anche prima del Dpcm.
In pratica, rientrano nello slittamento della scadenza alberghi, ristoranti, tour operator e agenzie di viaggio, musei, sale bingo, palestre, piscine, discoteche e sale da ballo.
Nello specifico il decreto recita testualmente che sono sospese:
Le attività economiche sospese a norma dell’articolo 1 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020, con domicilio fiscale, sede legale o sede operativa in qualsiasi area del territorio nazionale;
Le attività dei servizi di ristorazione con domicilio fiscale, sede legale o sede operativa nelle aree definite zone rosse o zone arancioni;
Le attività nei settori economici individuati nell’allegato 2 al decreto, o attività alberghiera, di agenzia di viaggio o di tour operator, e che hanno domicilio fiscale, sede legale o sede operativa nelle aree definite zone rosse.
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