Depositato un esposto per truffa aggravata da parte del Codacons alla procura di Milano e a quella di Firenze affinchè si verifichino le responsabilità di Malika Chalny e della piattaforma che ha ospitato le raccolte fondi in suo nome.
Sembrano non sopirsi le polemiche contro la ventiduenne di Castelfiorentino ed ora la vicenda si arricchisce anche con i due esposti presentati in procura dall’associazione consumatori Codacons.
L’associazione presume che si configuri il reato di truffa aggravata e bisogna accertare quali sono le responsabilità della giovane e delle piattaforme che hanno ospitato le sue raccolte fondi dopo che Malika ha utilizzato i soldi raccolti per spese futili e superflue (ricordiamo la Mercedes ed il cane di razza da 2500 euro pagati entrambi con i soldi elargiti da onesti cittadini che pensavano di aiutare la ragazza a rifarsi una vita dopo la famiglia l’aveva cacciata di casa per il suo orientamento sessuale).
Secondo il Codacons tutta la vicenda dimosta come nel settore della raccolta fondi “regni l’anarchia: chiunque può chiedere soldi ai cittadini attraverso piattaforme come Gofundme, ma poi non c’è alcun controllo sulla reale destinazione dei soldi raccolti, e le stesse società che ospitano le campagne di solidarietà declinano qualsiasi responsabilità per eventuali usi non conformi ai fondi donati dai cittadini”.
Il caso Malika
Il caso è esploso a gennaio quando la giovane ha raccontato ai media di essere stata cacciata di casa e pesantemente insultata e minacciata dalla mamma per il proprio orientamento sessuale.
La ragazza aveva avviato una prima raccolta fondi su GoFundMe raccogliendo circa 140mila euro ma a questa prima raccolta fondi ne sarebbero seguite altre ed ora la ragazza è accusata di aver utilizzato il denaro ricevuto per beneficenza per scopi personali.
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