Probabilmente è una delle ricerche più frequenti che fanno i cittadini sul Web ma non solo. Parliamo del green pass, una specie di certificato che permetterà di spostarsi e che al contrario non permetterà i movimenti a chi non ne è munito.
Soprattutto adesso che arriva la stagione estiva e le persone cominciano a viaggiare e muoversi, e soprattutto adesso con l’Italia tutta in zona gialla (solo la Val d’Aosta da lunedì resterà arancione), non sono pochi quelli che si chiedono come sarà possibile muoversi.
E le voci che si rincorrono su questa specie di lasciapassare collegato al Covid è oggetto di notevoli discussioni. Una voce però, perché non c’è ancora nulla di definito e nulla di ufficiale. Per fugare i dubbi è stato chiesto un parere al Ministro Figliuolo, che sul Messaggero ha affrontato diversi temi caldi del momento, compreso il pass vaccinale.
Cosa sarebbe questo green pass
La carta vaccinale o green pass di cui parliamo è quella di cui si parla da settimane. Una specie di tesserino che attesterà se un soggetto ha già avuto il Covid e ne è guarito, oppure se ha già completato la vaccinazione o ancora, se nelle 48 ore che precedono un viaggio, ha già fatto un tampone rapido per il Covid, con esito negativo.
Sarebbe infatti il possesso di una di queste tre qualità a consentire ad un soggetto di muoversi liberamente da un posto all’altro, da una Regione all’altra o da uno Stato all’altro. Al momento è solo un discorso aleatorio, anche perché per produrre uno strumento del genere ci vuole tempo e soprattutto chiarezza.
La chiarezza che manca sui vaccini, perché non si sa la copertura di questi quanto dura. Oppure, occorrerà fare chiarezza circa la copertura che un soggetto già guarito dal Covid ha contro lo stesso virus in un eventuale ricontagio.
Le parole di Figliuolo
Resta il fato quindi che il pass vaccinale, come dicono sul Messaggero, è ancora un oggetto sconosciuto. Alla domanda se non sarebbe il caso di crearlo per davvero questo pass, il Ministro Figliuolo è stato chiaro.
«Il decreto-legge 52 del 22 aprile 2021 prevede la possibilità di spostamento in entrata e in uscita dai territori collocati in zona rossa o arancione, anche ai soggetti muniti di certificazione verde (oltre che per comprovate esigenze lavorative o per situazioni di necessità o per motivi di salute). Si tratta di una certificazione a cura delle Regioni e Province autonome con validità nazionale, che comprova uno dei seguenti stati: il completamento del ciclo vaccinale, oppure la guarigione dall’infezione, ovvero un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus Sars-CoV-2 che riporti un risultato negativo, eseguito nelle 48 ore antecedenti”, queste le parole di Figliuolo. Tradotto, una specie di pass esiste già, anche se non è obbligatorio. E soprattutto in zona gialla tra Regioni dello stesso colore adesso ci si può muovere.
Chi confonde il pass di cui si parla per lo spostamento tra Stati in Europa sbaglia. Infatti è lo stesso Figliuolo che lo conferma, parlando di quel pass che non permette di spostarsi, ma di evitare eventuali mini quarantene nei Paesi in cui ci si sposta o al ritorno dagli stessi paesi.
“In ambito europeo si parla di Digital Green Certificate, un certificato, digitale o cartaceo, che riporta indicazioni simili attraverso un QRcode. Il DGC sarà gratuito e in italiano e inglese e, per la Provincia Autonoma di Bolzano, anche in tedesco. La finalità è quella di facilitare la circolazione dei cittadini tra i diversi Paesi dell’Unione Europea, attraverso la definizione di criteri comuni tra i 27 Paesi e l’utilizzo di certificati interoperabili, che potrebbero evitare periodi di quarantena o ulteriori test”, questo ciò che ha detto Figliuolo.
E poi, la questione dei pass è una questione a carattere locale, perché devono essere le Regioni, secondo Figliuolo a decidere. E qualcuno già si muove, come il pittoresco governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che per il suo territorio ha già provveduto a farne stampare uno delle dimensioni della tessera sanitaria.
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