Incentivi all’esodo Stellantis, soldi ok (80.000 euro) ma rischi la pensione che slitta di 5 anni

mazzarella
Ecco alcune controindicazione sulla pensione futura accettando gli incentivi all’esodo Stellantis.
pensione addio con gli incentivi Stellantis

Nuovi incentivi all’esodo in Stellantis. Sindacati e azienda pare abbiano trovato una sintesi su un premio per lasciare il lavoro tra i 35.000 e gli 80.000 euro. Con le cifre più alte appannaggio di lavoratori con almeno 55 anni di età. Più soldi a chi è più vicino alla pensione. E se vi dicessimo che qualcuno potrebbe rischiare proprio di perdere la pensione? Per calcolare la giusta convenienza agli incentivi, bisogna ragionare a 360 gradi. Una cosa che molti non fanno, salvo poi accorgersi di aver sbagliato ad accettare, quando ormai è troppo tardi.

I vantaggi degli incentivi all’esodo dentro Stellantis

Se si guarda solo al lato economico, inutile girare intorno. Un incentivo di ben 80.000 euro è qualcosa di enorme. Perché bisogna aggiungere pure il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e probabilmente la garanzia di due anni di Ammortizzatore Sociale, cioè di Naspi. A 55 anni via da Stellantis con un bel gruzzoletto. Accettare quindi è la scelta migliore? Economicamente possiamo dire sicuramente di si. Le controindicazioni però non mancano. E adesso vedremo perché. A partire da ciò che accadrebbe alla pensione futura. E non parliamo di pensioni più basse perché non si versano più i contributi. Parliamo di pensioni che si allontanerebbero di almeno 5 anni.

Incentivi all’esodo Stellantis, soldi ok ma rischi la pensione

Lasciare il lavoro ed essere pagati per farlo è senza dubbio una cosa che sembrerebbe facile da accettare. Quindi, per gli incentivi all’esodo Stellantis, soldi ok ma rischi la pensione se non fai bene i conti. Perché se con tanti soldi in tasca il presente può essere ricco, accettando gli incentivi il futuro potrebbe essere negativo. Innanzi tutto perché perdere il lavoro oggi è una vera sciagura. Perché trovarne uno nuovo non è una cosa facile. Soprattutto a 55 anni, cioè ad una età che può essere considerata fuori mercato o quasi. Ma va considerato anche l’effetto che il lasciare il lavoro può avere sulla pensione di un lavoratore di Stellantis.

Per un operaio della cosiddetta linea catena, e in Stellantis si lavora in catena di montaggio, la pensione arriva prima. Arriva infatti con lo scivolo usuranti e cioè:

  • Con almeno 61 anni e 7 mesi di età;
  • Con almeno 35 anni di contributi;
  • Completando la Quota 97,6 sommando età e contributi.

Incentivi all’esodo Stellantis, soldi ok (80.000 euro) ma rischi la pensione che slitta di 5 anni

Per andare in pensione con questi requisiti però, fare l’operaio in linea a catena deve essere l’attività prevalente svolta dal lavoratore. Nello specifico in 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per la metà della vita lavorativa. Se non si rispettano questi requisiti, c’è il rischio di perdere il diritto alla pensione nonostante il completamento di età, contributi e quota. È evidente che accettare l’incentivo e lasciare il lavoro, mette a rischio proprio il requisito della durata del lavoro nella linea catena. C’è il concreto rischio che il lavoratore a 61 anni e 7 mesi di trovi privo del lavoro nella linea a catena per 7 degli ultimi 10 anni. Si salverebbe chi ha lavorato sempre in Stellantis e quindi per almeno la metà della vita lavorativa. I rischi ci sono. Perché un lavoratore che saltal’uscita a 61,7 anni di età, poi dovrebbe aspettare i 67 anni per la pensione. E da 55 anni di età per l’esodo incentivato ai 67 anni, passerebbero ben 12 anni di incertezza.

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