Statistiche, segnalazioni e tipo di lavoro, sono le cause che nove volte su dieci spingono una badante a denunciare il datore di lavoro. Lavoro nero, lavoro grigio, orari di lavoro, mancato pagamento dello stipendio ma non solo. E così alla fine di un rapporto di lavoro scatta il ricorso, la classica vertenza.
Lavoro nero, il datore rischia grosso
Avere in servizio una badante in nero non è legale. Questo è certo. Ed è la causa principale delle vertenze tra badante e datore di lavoro. In questi casi il datore di lavoro rischia sanzioni pesanti. Nello specifico:
- Sanzione tra 200 e 500 euro per mancata comunicazione dell’assunzione;
- Multa da 1.500 a 12.000 euro per omessa iscrizione all’Inps;
- Sanzione da 150 euro al giorno per ogni giornata di lavoro effettivo;Minimo 3.000 euro e massimo 60%, con 30% di sanzione sull’importo dei contributi evasi (3.000 euro anche per un solo giorno di lavoro in nero).
Dimostrare di lavorare in nero è a carico della lavoratrice, ma una cosa piuttosto facile da dimostrare.
Differenze retributive
Sempre partendo dal lavoro nero, alla badante potrebbero toccare delle differenze retributive. Di parte sempre dai minimi salariali. Proprio recentemente, tali minimi sono stati aggiornati. In base al livelli i nuovi minimi mensili sono:
- A 664,09
- AS 784,85
- B 845,22
- BS 905,59
- C 965,98
- CS 1026,34
- D 1207,45 più indennità 178,55
- DS 1267,82 più indennità 178,55
I minimi di paga oraria invece:
- AS 5,69
- B 6,03
- BS 6,40
- C 6,78
- CS 7,13
- D 8,22
- DS 8,57
Evidente che variando lo stipendio, se esso è al di sotto di questi minimi, le differenze retributive sono un fattore molto frequente di vertenze sindacali.
Tanti i diritti della lavoratrice
Mancata fruizione dello stipendio, cioè quando il datore di lavoro non paga. Sicuramente motivo di vertenza evidente. Ma poi ci sono le ferie, che maturano ogni mese e che sono pari a 26 giorni all’anno in presenza di 12 mesi di assunzione. Le ferie non so possono monetizzare, salvo al termine del rapporto di lavoro quando non è stato possibile fruirne.
Il riposo settimanale deve essere pari a 24 ore consecutive, da prendere di domenica. Le altre 12 ore, un’altra mezza giornata, va presa interamente in un giorno che non necessariamente deve essere di sabato.Riposo giornaliero di 11 ore consecutive e pausa di due ore se la giornata lavorativa non è interamente mattutina o pomeridiana. TFR, tredicesima e diritto alla contribuzione sono altri diritti che non possono essere negati alla badante.
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