In Italia, le persone più vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico ricevono una protezione significativa attraverso il sistema normativo e previdenziale. Non a caso, il nostro Paese è spesso definito uno Stato con una forte impronta assistenziale, proprio per l’ampia gamma di sostegni previsti per chi si trova in condizioni di grave difficoltà. Tra questi, un trattamento economico rilevante è riservato agli invalidi civili totali, ovvero a coloro che sono riconosciuti con un’invalidità al 100% e non sono più in grado di svolgere alcuna attività lavorativa.
In particolari situazioni, queste persone possono arrivare a percepire fino a 1.289 euro mensili erogati dall’INPS. Tuttavia, per ottenere questo importo è necessario seguire un iter preciso e presentare due distinte domande: una per il riconoscimento dell’invalidità totale e una per l’integrazione economica, in base ai requisiti di reddito.
Ma da dove nasce questa cifra mensile? E quali condizioni e richieste bisogna soddisfare per avere accesso a questo tipo di sostegno?
Domanda di invalidità civile
La prima domanda che deve essere presentata è quella di invalidità civile. Per chi si vede riconoscere l’invalidità totale e ha un reddito pari o inferiore a 19.772,50 euro è riconosciuto un assegno mensile di 336 euro per 13 mensilità.
L’invalido che ha percentuale al 100%, tra l’altro, se ne ha possibilità può anche lavorare entro i limiti stabiliti annualmente dalla Legge.
Se l’invalido, però, ha un reddito molto basso può avere diritto anche a una maggiorazione di 411,84 euro mensili. In questo caso il pensionato singolo deve avere un reddito entro i 9.721,92 euro e se coniugato il reddito non deve superare i 16.724,89 euro.
Per la maggiorazione, come si può notare, vengono conteggiati anche i redditi dell’eventuale coniuge (cosa che non accade per il limite di reddito dell’assegno di invalidità stessa). In ogni caso per vedersi riconoscere la maggiorazione sommata all’assegno mensile, non c’è bisogno di produrre alcuna domanda, visto che la stessa è dedotta dall’Inps dai redditi che l’invalido ha dichiarato l’anno precedente.
Sommando la maggiorazione all’assegno di invalidità l’Inps pagherà mensilmente all’invalido 747,84 euro al mese per tredici mensilità.
Domanda di indennità di accompagnamento
Per l’indennità di accompagnamento è necessario presentare apposita domanda visto che i requisiti per il diritto sono accertati dalla Commissione medica Asl di caso in caso. Se l’invalido è in possesso dei requisiti sanitari l’indennità mensile è corrisposta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.
Va chiarito che per l’indennità di accompagnamento non sono richiesti requisiti reddituali ma contano solo quelli sanitari.
Chi ne ha diritto? L’indennità è riconosciuta a chi è in possesso dei seguenti requisiti:
- riconoscimento dell’inabilità totale e permanente (100%);
- riconoscimento dell’impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
- riconoscimento dell’impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
- cittadinanza italiana;
- per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
- per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione);
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.
L’importo mensile, per le 12 mensilità (con la tredicesima l’indennità non è corrisposta) è pari a 542 euro che, sommati alla pensione di invalidità totale maggiorata fanno in modo che l’invalido abbia, ogni mese, poco più di 1.289 euro al mese.