Il 2025 potrebbe essere l’ultimo anno per Quota 103, la misura che consente di accedere alla pensione anticipata con 62 anni di età e 41 di contributi.
Ma cosa accadrà nel 2026? Il Governo sta studiando una nuova riforma previdenziale per superare il sistema delle “quote” temporanee e garantire una maggiore stabilità e flessibilità in uscita.
Vediamo quali sono le ipotesi più probabili, cosa c’è davvero sul tavolo del Ministero del Lavoro e quali potrebbero essere i requisiti per andare in pensione anticipata dal prossimo anno.
Verso la fine delle Quote: serve una riforma strutturale
Quota 103, introdotta nel 2023 e prorogata per tutto il 2025, è solo una soluzione temporanea per evitare lo scalone dei 67 anni.
Tuttavia, il vincolo dell’importo massimo erogabile (pari a 4 volte il trattamento minimo) e il calcolo contributivo penalizzante l’hanno resa poco appetibile per molti lavoratori.
Per questo, il Governo ha già annunciato di voler voltare pagina nel 2026 con una misura più organica e sostenibile.
L’ipotesi più concreta: Quota 41 per tutti
L’alternativa più discussa è Quota 41 per tutti, cioè la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Attualmente, questa possibilità è concessa solo ai lavoratori precoci che rientrano in particolari categorie (disoccupati, invalidi, caregiver, lavori gravosi).
L’estensione a tutti comporterebbe:
- fine delle penalizzazioni legate all’età;
- calcolo dell’assegno con il sistema misto, e non solo contributivo;
- uscita più equa per chi ha iniziato a lavorare molto presto.
Il problema resta la copertura finanziaria: servirebbero diversi miliardi all’anno per garantirla a tutti. Ecco perché si valuta una versione modulata, con soglie progressive o penalizzazioni soft per chi esce prima.
Altre opzioni sul tavolo: flessibilità e bonus per chi resta
Oltre a Quota 41, il Governo sta vagliando anche modelli flessibili:
- uscita tra 63 e 67 anni, con assegno calcolato interamente in base ai contributi;
- bonus per chi posticipa la pensione oltre i requisiti minimi;
- incentivi per il riscatto agevolato dei periodi non coperti (laurea, maternità, part-time).
L’obiettivo è duplice: aumentare l’equità del sistema e contenere la spesa pubblica.
Quando arrivano le novità?
La riforma è attesa nella seconda metà del 2025, con applicazione dal 1° gennaio 2026.
Le trattative tra Governo e sindacati sono ancora in corso, ma il Ministero dell’Economia ha chiarito che Quota 103 non sarà prorogata ulteriormente se non verrà trovata una copertura adeguata.
Chi ha i requisiti nel 2025 potrebbe quindi approfittarne prima che scompaia del tutto.