Non sarà il tanto agognato superamento della legge Fornero che è una legge ancora pienamente in vigore e nemmeno sfiorata dall’ultima legge di Bilancio. Però è proprio l’ultima manovra finanziaria a concedere per qualcuno una notevole possibilità di anticipare le uscite rispetto ai requisiti ordinari legati alla legge Fornero. Oggi il sistema pensioni è diventato praticamente tutto o quasi contributivo. Le pensioni vengono calcolate interamente con questo sistema. Ed anche le misure sono diventate specifiche per chi ha questo genere di trattamento. Ma il sistema contributivo che di fatto penalizza gli importi delle pensioni, finisce con il favorire una maggiore flessibilità in uscita. Ben maggiore di quella che offrono le altre misure di pensionamento in deroga ai requisiti ordinari, a partire dalla quota 103 e per finire alle varie Ape sociale, quota 41 e opzione donna. Per i contributivi, ovvero per chi ha il primo versamento di contributi dopo il 31 dicembre 1995, si può lasciare il lavoro a 64 anni di età. E con solo 20 anni di versamenti o con 25 sfruttando anche la previdenza complementare.
Con 25 anni di contributi si va in pensione a 64 anni, ecco come
Ogni governo che ha provato a correggere la legge previdenziale si è dovuto scontrare con i vincoli di bilancio di Bruxelles, i limiti di cassa e altre urgenze diverse rispetto al capitolo previdenziale. Ecco perché misure come la quota 41 per tutti non sono state introdotte nonostante la volontà di introdurle. Nel sistema contributivo come detto esiste la pensione anticipata contributiva con 64 anni di età e con 20 anni di versamenti. Bisogna arrivare però a raggiungere una pensione non inferiore a 3 volte l’importo dell’assegno sociale. Le donne con più figli devono raggiungere una pensione non inferiore a 2,6 volte l’assegno sociale. Le donne con un solo figlio. invece possono andarci con 2,8 volte l’assegno sociale.
Ecco la novità 2025 che aspetta solo di essere sfruttata
La manovra entrata in vigore nel 2025 però ha introdotto una novità. Per raggiungere le soglie prima citate, come importo minimo delle pensioni utili a poterci andare a 64 anni, si può usare anche la previdenza complementare. Usare i fondi provenienti dalle rendite da previdenza integrativa facilita il raggiungimento. Ecco quindi che andare in pensione a questa età diventa più facile. Solo che per sfruttare questa opzione servono 25 anni di versamenti all’INPS. In pratica, 5 anni in più rispetto al limite ordinario. Quindi, con 25 anni di contributi si va in pensione a 64 anni adesso.