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Manifestazioni per pensioni più alte: scontri con la polizia e arresti

Scontri a Buenos Aires durante una protesta per pensioni più alte: arrestate quattro persone, tra cui due fotoreporter. Cresce la tensione sociale.

Ancora tensione nelle strade di Buenos Aires, dove le proteste per le pensioni troppo basse si sono trasformate in scontri con la polizia. Come ogni mercoledì pomeriggio, decine di pensionati si sono radunati davanti al Parlamento argentino per chiedere un aumento degli assegni pensionistici, oggi spesso insufficienti anche per le necessità di base, aggravate dalla crescente inflazione. Ma questa volta la situazione è degenerata: quattro persone sono state arrestate, tra cui due fotoreporter, mentre i manifestanti si scontravano con le forze dell’ordine.

Le richieste dei pensionati

Il presidio settimanale, ormai divenuto un appuntamento fisso, è organizzato da gruppi di pensionati sostenuti da alcune sigle della sinistra radicale argentina. I manifestanti chiedono adeguamenti urgenti delle pensioni minime, che in Argentina si aggirano intorno ai 276.000 pesos al mese (meno di 250 euro al cambio attuale), a fronte di un costo della vita in continuo aumento.

Molti anziani scesi in piazza denunciano condizioni di povertà estrema, con difficoltà ad acquistare medicinali, pagare l’affitto o affrontare le spese alimentari. Le pensioni, già considerate insufficienti negli anni scorsi, sono state ulteriormente erose dalla recente impennata dell’inflazione, che ha superato il 250% su base annua.

Manifestazioni pensioni: gli scontri con la polizia

La manifestazione del mercoledì si è svolta come di consueto nei pressi del Congreso Nacional, sede del Parlamento argentino, ma è rapidamente degenerata. La massiccia presenza della polizia ha portato a momenti di alta tensione, culminati in tafferugli tra manifestanti e agenti. Le forze dell’ordine hanno cercato di disperdere i partecipanti quando alcuni di loro hanno cercato di oltrepassare le transenne poste a protezione del Palazzo legislativo.

Durante le cariche, sono stati fermati e arrestati due fotoreporter, accusati dalla polizia di ostacolare l’ordine pubblico, oltre a due manifestanti identificati come esponenti di organizzazioni extraparlamentari. Le immagini dei reporter trascinati via in manette hanno fatto rapidamente il giro dei social e dei media argentini, suscitando indignazione e proteste da parte di associazioni per la libertà di stampa.

La reazione dell’opinione pubblica

Le immagini degli scontri e degli arresti hanno suscitato un acceso dibattito nel Paese. Da un lato il governo ha difeso l’operato della polizia, parlando di “necessità di mantenere l’ordine pubblico” e accusando alcuni gruppi di strumentalizzare la protesta dei pensionati per fini politici. Dall’altro, numerose organizzazioni per i diritti civili, sindacati e partiti d’opposizione hanno condannato la repressione, chiedendo l’immediata liberazione dei reporter e una maggiore apertura al dialogo con chi protesta.

Una protesta che non si fermerà

I pensionati hanno già annunciato che torneranno a manifestare anche la prossima settimana, con lo stesso obiettivo: ottenere un intervento concreto del governo per rivalutare le pensioni, oggi del tutto inadeguate a garantire una vita dignitosa. E se la situazione economica non migliorerà, è probabile che le mobilitazioni si intensificheranno, insieme alla tensione sociale che attraversa il Paese.