In una relazione può capitare che, tra dubbi e sospetti, si venga tentati di controllare lo smartphone del partner per cercare prove di un possibile tradimento. Ma attenzione: spiare WhatsApp, soprattutto se il telefono è protetto da password, è un reato. Non importa se lo fai per raccogliere prove in una causa di separazione: rischi grosso, anche la galera.
Cosa dice la legge?
Secondo l’articolo 615-ter del Codice Penale, entrare abusivamente in un sistema informatico protetto da misure di sicurezza, e quindi anche in uno smartphone bloccato da password, è reato. Non serve essere hacker: basta forzare o aggirare la protezione per leggere chat o messaggi, anche se si tratta del cellulare del marito o della moglie.
Il reato si chiama accesso abusivo a sistema informatico e prevede fino a 3 anni di reclusione, che possono salire a 10 anni in presenza di aggravanti, come l’uso della violenza o la violazione di altri diritti.
La sentenza che fa scuola
Il caso finito davanti alla Cassazione è piuttosto chiaro: un uomo, nel mezzo di una separazione, ha preso il telefono della ex moglie, lo ha sbloccato e ha copiato delle conversazioni WhatsApp compromettenti. Voleva usarle in tribunale per dimostrare un tradimento e ottenere l’addebito della separazione.
Risultato? Condanna penale confermata per accesso abusivo, violenza privata e concorso di reati. Anche se l’obiettivo era “nobile” (evitare di pagare il mantenimento), la modalità con cui sono state ottenute le prove è rimasta illegale.
Ma WhatsApp è davvero un “sistema informatico”?
Sì. La Cassazione ha chiarito che anche un’app come WhatsApp rientra nel concetto di sistema informatico tutelato dalla legge. Perché? Perché è uno strumento complesso che memorizza e gestisce dati personali tramite rete, hardware e software. Quindi, se il telefono è protetto da password, superarla equivale a violare un domicilio digitale.
I messaggi possono essere usati in tribunale? A volte i giudici civili accettano prove ottenute in modo discutibile, se ritenute indispensabili per la difesa. Ma attenzione: il reato resta e vieni comunque punito penalmente. Spiare il cellulare del partner può costarti una condanna, una multa salata e in certi casi anche il carcere. Se hai dubbi o sospetti, meglio affidarti a un legale che a una sbirciatina sullo smartphone: rischi di metterti nei guai sul serio.