Il pedone, tradizionalmente percepito come figura sacra della strada, non gode più di un’immunità automatica. L’articolo 190 del Codice della Strada impone precise regole: attraversare perpendicolarmente, senza indugiare o distrarsi. Chi lo fa avventatamente, con il cellulare, le cuffie o di corsa, può incorrere in multe da 26 a 102 €. Anche se la priorità è garantita, il pedone deve comunque agire con prudenza.
Quando i pedoni perdono la protezione legale: norme e giurisprudenza
La Cassazione ha ormai definito che la presunzione di colpa a carico del conducente può venire meno se emerge una condotta imprevedibile del pedone. Per esempio, una sentenza del 2020 ha riconosciuto un’imputazione esclusiva al pedone che attraversava in stato di ebbrezza su una statale. Un’altra sentenza ha affermato che un attraversamento improvviso al di fuori delle strisce, che renda impossibile fermare il veicolo, può attribuire tutta la responsabilità al pedone.
Tuttavia, quando un pedone attraversa sulle strisce ma in modo imprudente, tagliando la strada o senza guardare, la Cassazione ha riconosciuto una corresponsabilità: un caso del 2024 ha assegnato un terzo della colpa al pedone proprio perché la sua azione repentina ha reso inevitabile l’impatto. Tutto ciò conferma che non basta attraversare sulle strisce per avere ragione se manca prudenza, e che, in caso di incidente, il pedone potrebbe trovarsi a risarcire in parte il danno.
Codice 190 e sicurezza condivisa: le regole da rispettare
L’articolo 190 precisa che il pedone deve camminare sui marciapiedi o, in mancanza, sul margine opposto alla marcia dei veicoli, evitando di sostare sulla carreggiata.
In assenza di attraversamenti nelle vicinanze, si può attraversare solo perpendicolarmente e con «attenzione necessaria a evitare situazioni di pericolo». Persino attraversare in diagonale o indugiare sulle strisce è vietato. Norme e sanzioni che valgono sia colpevole della strada, sia in centro che fuori dai centri abitati.
Il quadro è chiaro: la tutela del pedone come “utente debole” non è più automatica. Serve responsabilità attiva. I giudici, già con sentenze recenti, hanno ribaltato la presunzione di errore da parte del conducente in presenza di comportamenti irregolari del pedone . In caso di incidente, non sempre chi cammina ha la priorità: serve coscienza e prudenza.
Nuove strette in arrivo: cellulare, monopattini e neopatentati nel mirino
Le riforme più recenti del Codice della Strada, discusse e approvate a partire dal 2023, puntano a inasprire le sanzioni per l’uso del cellulare alla guida, con multe più salate (fino a 1.697 euro) e sospensione immediata della patente fino a 15 giorni già alla prima violazione, se si causa un’infrazione pericolosa. Stretta anche sui monopattini elettrici: obbligo di casco, targa e assicurazione, oltre al divieto di circolazione contromano o sui marciapiedi.
Per i neopatentati, invece, si allunga il periodo in cui non possono guidare auto potenti: si passa da 1 a 3 anni per alcuni veicoli ad alte prestazioni. Tutti interventi che rispondono a un’esigenza crescente di sicurezza sulle strade urbane ed extraurbane, dove i comportamenti a rischio restano ancora troppo diffusi.