Un piccolo aumento dell’età pensionabile, pari a 3 mesi nel 2027 e la polemica è servita. Perché in effetti per colpa di questo aumento dell’età pensionabile in questi giorni si è scatenata un’accesa diatriba. Eppure parliamo di una cosa aleatoria al momento.
Praticamente, questo incremento non c’è ancora. Se ne parla, è nell’aria, ma non è ancora definitivo o ufficiale. La polemica è nata perché l’INPS ha aggiornato i simulatori come fa ogni anno.
Solo che ha inserito questi 3 mesi in più sull’età pensionabile dal 2027. Età pensionabile che così passa da 67 anni a 67,3 anni. Un qualcosa che si potrebbe davvero materializzare. Solo che anche per soli 3 mesi in più c’è chi sarà costretto a lavorare 12 mesi in più.
Pensioni a 67,3 anni dal 2027, ecco chi deve lavorare un anno in più
Ricapitolando, l’INPS ha anticipato i tempi, applicando in maniera autonoma un incremento dell’età di uscita dal mondo del lavoro di 3 mesi dal 2027. Ma è un aumento che dovrebbe passare da uno specifico iter. L’ISTAT dovrebbe confermare l’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione.
Un dato piuttosto certo, ma su cui manca l’ufficialità. Poi il governo dovrebbe emanare un decreto con cui di fatto segnala l’applicazione dell’incremento. Nel frattempo la CGIL ha contestato duramente l’INPS e tra le righe l’attuale governo.
Il passo indietro dell’INPS è stato repentino. Aggiornati i simulatori senza i 3 mesi in più della discordia. Ma anche dal governo segnali in questa direzione.
Il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha confermato come sia intenzione del governo sterilizzare l’aumento.
Cosa succede adesso e perché ci sono lavoratori che rischiano di subire un autentico disastro
Detto che in genere un governo ha il potere di stabilire tramite decreto lo stop all’aumento piuttosto che un aumento maggiore, il fatto che la stima di vita cresca è una cosa praticamente fisiologica. E come tale mette all’orizzonte sulle pensioni, il rischio di un nuovo incremento dell’età pensionabile dal 2027.
Dopo l’ultimo scatto 2019 di 5 mesi, ecco che si potrebbe materializzare un altro incremento.
E se qualcuno pensa che tre mesi non siano la fine del mondo, potrebbe ricredersi. Per soli tre mesi infatti, ci sono particolari lavoratori che rischiano di dover attendere un anno in più. E lavorare un anno in più potrebbe essere qualcosa di molto pesante.
Come funziona la pensione nel comparto scuola
Nel comparto scuola il pensionamento segue regole particolari. Infatti l’uscita per la pensione è sempre collegata all’anno scolastico. Tra domande di cessazione dal servizio è successivi pensionamenti effettivi, esiste il meccanismo della finestra unica.
Nel comparto scuola si esce dal lavoro per il pensionamento solo ogni primo settembre, prima dell’avvio del nuovo anno scolastico. E per via di questo aumento di 3 mesi, se mai dovesse materializzarsi, ci sarà chi anziché andare in pensione a settembre 2027, per il solo fatto che raggiungerà i requisiti dopo il 2027, anche solo per pochi giorni, si troverà a poter uscire solo con la finestra 2028, sempre a settembre ma un anno dopo.