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Pensioni con 20, 25 o 30 anni di contributi oggi e domani, ecco come fare

Ecco le pensioni di oggi con 20 o 25 anni di contributi e come diventeranno in futuro quando passeranno a 30 anni.

Dopo l’ultima manovra finanziaria per qualche contribuente è nata una ulteriore possibilità di anticipare le uscite rispetto ai requisiti ordinari legati alla legge Fornero e quindi di andare in pensione prima. E la novità riguarda una misura che ha i connotati giusti per essere considerata quella da cui ripartire, magari estendendola, per mandare in pensione tutti. Oggi il sistema pensioni è diventato praticamente tutto o quasi contributivo. Le pensioni vengono calcolate interamente con questo sistema. Ed anche le misure sono diventate specifiche per chi ha questo genere di trattamento. Ma il sistema contributivo che di fatto penalizza gli importi delle pensioni, finisce con il favorire una maggiore flessibilità in uscita. Ben maggiore di quella che offrono le altre misure di pensionamento in deroga ai requisiti ordinari, a partire dalla quota 103 e per finire alle varie Ape sociale, quota 41 e opzione donna. Per i contributivi, ovvero per chi ha il primo versamento di contributi dopo il 31 dicembre 1995, si può lasciare il lavoro a 64 anni di età. E con solo 20 anni di versamenti o con 25 sfruttando anche la previdenza complementare.

Pensioni con 20, 25 o 30 anni di contributi oggi e domani, ecco come fare

Con 25 anni di contributi si va in pensione a 64 anni oggi in maniera più facile di prima. Con una misura che però come detto parte dai 20 anni di versamenti.
Ogni governo che ha provato a correggere la legge previdenziale si è dovuto scontrare con i vincoli di bilancio di Bruxelles, i limiti di cassa e altre urgenze diverse rispetto al capitolo previdenziale. Ecco perché misure come la quota 41 per tutti non sono state introdotte nonostante la volontà di introdurle. Nel sistema contributivo come detto esiste la pensione anticipata contributiva con 64 anni di età e con 20 anni di versamenti. Bisogna arrivare però a raggiungere una pensione non inferiore a 3 volte l’importo dell’assegno sociale. Le donne con più figli devono raggiungere una pensione non inferiore a 2,6 volte l’assegno sociale. Le donne con un solo figlio. invece possono andarci con 2,8 volte l’assegno sociale.

La previdenza integrativa e come renderla idonea alle pensioni anticipate

La manovra entrata in vigore nel 2025 però ha introdotto una novità. Per raggiungere le soglie prima citate, come importo minimo delle pensioni utili a poterci andare a 64 anni, si può usare anche la previdenza complementare. Usare i fondi provenienti dalle rendite da previdenza integrativa facilita il raggiungimento. Ecco quindi che andare in pensione a questa età diventa più facile. Solo che per sfruttare questa opzione servono 25 anni di versamenti all’INPS. In pratica, 5 anni in più rispetto al limite ordinario. Quindi, con 25 anni di contributi si va in pensione a 64 anni adesso.
Inoltre questa misure è tra quelle che maggiormente hanno possibilità di diventare utili ad una riforma strutturale del sistema. Si pensa infatti ad estendere tutta questa possibilità anche ai misti, ovvero a chi ha versamenti prima del 1996. Con il progetto che guarda al 2030 con un incremento a 30 anni della carriera contributiva utile alla misura (come detto si parte oggi dai 20 anni con 25 utili con previdenza complementare). Ma anche portando la soglia limite delle pensioni a 3,2 volte l’assegno sociale.