Il Governo Meloni, insediatosi nell’ottobre del 2022, ha presentato un ambizioso programma durante la campagna elettorale, con promesse che spaziavano dal taglio delle accise sulla benzina fino alla rivoluzione del sistema fiscale e alla gestione dei flussi migratori.
Tuttavia, a distanza di oltre due anni, molte di queste promesse sono rimaste disattese. Vediamo nel dettaglio i principali impegni mancati del governo guidato da Giorgia Meloni.
Taglio delle accise sulla benzina
Una delle promesse simbolo della campagna elettorale del centrodestra era l’eliminazione delle accise sui carburanti. Fratelli d’Italia aveva più volte attaccato i governi precedenti per il peso di queste imposte, promettendo una “sterilizzazione” automatica dell’IVA e una riduzione strutturale delle accise in caso di aumento dei prezzi alla pompa.
Tuttavia, il governo Meloni ha non solo mantenuto le accise esistenti, ma in alcuni casi le ha perfino ripristinate dopo un taglio temporaneo voluto dal governo Draghi. Il prezzo della benzina ha continuato a oscillare sopra i 2 euro/litro in diverse fasi, suscitando forti critiche.
Flat tax e riduzione del carico fiscale
La flat tax era un cavallo di battaglia della coalizione di centrodestra. Si prometteva un’estensione dell’aliquota unica al 15% per le partite IVA fino a 100.000 euro di fatturato. In realtà, il governo ha esteso l’accesso solo fino a 85.000 euro, e la tanto sbandierata riforma organica del sistema fiscale non si è concretizzata.
La pressione fiscale in Italia resta tra le più alte in Europa e, secondo i dati ISTAT, non si registrano riduzioni significative del carico complessivo sui contribuenti.
Reddito di cittadinanza e misure alternative
Giorgia Meloni aveva promesso di superare il Reddito di cittadinanza con politiche di inclusione più efficaci. La misura è stata formalmente abolita, ma l’Assegno di inclusione, che l’ha sostituita, ha raggiunto un numero molto inferiore di beneficiari, riducendo di fatto il sostegno ai nuclei più fragili.
Le nuove misure non hanno compensato l’impatto dell’abolizione, come evidenziato anche da numerosi enti assistenziali e dalle stime dell’INPS.
Immigrazione e blocco navale
Tra le promesse più discusse, quella del “blocco navale” per fermare gli sbarchi è rimasta una suggestione senza alcuna attuazione concreta. Gli arrivi di migranti sulle coste italiane sono aumentati nel 2023 rispetto agli anni precedenti, e l’accordo con la Tunisia non ha prodotto i risultati sperati.
L’intesa con l’Albania per la gestione dei centri di accoglienza è ancora in fase sperimentale. Nessuna delle azioni messe in campo ha avuto un impatto strutturale sul fenomeno migratorio.
Pagamenti elettronici e POS
Durante la campagna elettorale, si era parlato di alzare il limite minimo per l’obbligo di accettare pagamenti con POS (es. da 5 a 60 euro). Tuttavia, la normativa è rimasta sostanzialmente invariata, con la soglia fissata a 5 euro. Le resistenze dell’Unione Europea e le difficoltà tecniche hanno bloccato ogni tentativo di cambiamento, lasciando irrisolta una questione molto sentita soprattutto dai piccoli commercianti.
In sintesi, il bilancio a metà legislatura del Governo Meloni mostra un divario marcato tra le promesse fatte in campagna elettorale e le misure effettivamente realizzate. A fronte di alcune scelte simboliche, come la sostituzione del reddito di cittadinanza, le grandi riforme annunciate restano sulla carta, alimentando critiche da opposizione e opinione pubblica.