Una sanatoria per quanto riguarda le cartelle esattoriali è sempre una cosa che i contribuenti indebitati vorrebbero fosse varata. Una sanatoria significa un intervento normativo che permetta di risolvere nella maniera più indolore possibile questa condizione debitoria. Non pagare per niente il debito o pagare in maniera ridotta e magari a rate sono alcune delle tipiche soluzioni che una sanatoria prevede.
Cartelle esattoriali, rottamazione e condono, ecco la verità
Con il termine sanatoria quando si parla di cartelle esattoriali rientrano qualsiasi provvedimenti che vanno nella direzione di alleggerire il carico del contribuente che ha i debiti. La rottamazione delle cartelle, non fosse altro perché è uno dei provvedimenti più usati da anni, è senza dubbio una soluzione.
Ci sono poi altre soluzioni come il saldo e stralcio di una cartella. Ed infine c’è la pietra tombale del debito, che si chiama condono.
Le polemiche politiche fanno confusione da una sanatoria all’altra
Spesso la confusione la fanno i politici e i vari schieramenti politici che quando pubblicizzano o criticano i provvedimenti in maniera reciproca a seconda che si sieda tra i banchi della maggioranza o delle opposizioni, usando mischiare le carte in tavola.
La rottamazione delle cartelle non è un condono. Si tratta di una sanatoria, ma che prevede delle agevolazioni che però non contengono la cancellazione automatica del debito.
Sono state tante le misure chiamate comunemente rottamazione delle cartelle esattoriali.
La rottamazione di oggi, ecco perché non è un vero condono
La rottamazione quater è quella ancora oggi in vigore. E che ha consentito di saldare le cartelle affidate alla riscossione entro il 30 giugno 2022 con un piano di rateazione fino a massimo 18 rate trimestrali a partire da ottobre 2023 e fino a novembre del 2027. E senza sanzioni, interessi e diritti di riscossione. Perché la rottamazione, che le opposizioni considerano alla stregua di un grande favore agli evasori, cioè un condono, non è esattamente questo.
Infatti serve per i contribuenti che così possono tornare a fare pace con le cartelle pagando meno, ma non vengono agevolati come farebbe invece il vero condono. Infatti si tratta di provvedimenti che vengono introdotti anche per consentire allo Stato di incassare quanto più possibile crediti che altrimenti non potrebbe incassare.
I veri condoni sono altri, la rottamazione delle cartelle non è la soluzione
Una via di mezzo tra una rottamazione ed un condono è il saldo e stralcio. In questo modo il contribuente viene spinto a pagare una cifra minima affinché azzeri la sua posizione debitoria. Un minimo da versare a fronte di un debito più alto. Una sorta di vero e proprio sconto sul dovuto.
Il condono invece è un qualcosa di diverso perché prevede la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali. Con il condono il contribuente non è tenuto a pagare nulla. In alcuni casi sono stati introdotti provvedimenti di questo genere chiamati però cancellazione automatica dei debiti. Ci riferiamo ai provvedimenti che per esempio cancellarono le cartelle più vecchie e potenzialmente non più esigibili da parte dello Stato. Un condono comunque cancella con un autentico colpo di spugna le cartelle.
Se venisse varato un condono, come si pensa di fare spesso, in genere si va a guardare a chi ha debiti che lo Stato pensa di non poter più incassare. Per esempio si guarda a falliti, deceduti senza eredi e nullatenenti.
Infatti ben difficilmente un soggetto che è perfettamente solvibile come si dice in questi casi quando si parla di possibilità di subire azioni di esecuzione forzata (pignoramenti, confische, ipoteche) potrebbe godere di un condono dei suoi debiti.