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In pensione a 64 anni nel 2026: ecco come si andrà con 25 anni di contributi, TFR e rendite

Ecco come si andrà in pensione nel 2026 a 64 anni di età con 25 anni di versamenti contributivi.

Novità in arrivo sulle pensioni nel 2026 o almeno questo è quello che si capisce dalle ultime indiscrezioni che arrivano da fonti vicino al dossier legge di Bilancio 2026.

Novità previdenziali i cui contenuti sono stati recentemente anticipati dal sottosegretario del Ministero del lavoro Claudio Durigon. Il rappresentante della Lega infatti ha fissato alcuni punti cardine di ciò che farà il governo in materia previdenziale. Una cosa tra quelle dette da Durigon ha assunto una rilevanza molto importante.

Si tratta della nuova pensione a 64 anni di età. Infatti nel 2026 potrebbe entrare in funzione una misura che permetterà di andare in pensione a 64 anni di età a molti più contribuenti rispetto ad oggi.

Perché già oggi esiste una misura del genere ma l’anno venturo potrebbe essere esteso a molti più contribuenti. Ciò che fa più notizia però è la possibilità di usare il TFR per rendere ancora più appetibile la misura ma anche più facile da sfruttare.

In pensione a 64 anni nel 2026: ecco come si andrà con 25 anni di contributi, TFR e rendite

Oggi in pensione a 64 anni di età ci vanno tutti coloro che rientrano nella cosiddetta pensione anticipata contributiva.

In primo luogo quindi gli interessati devono avere il primo contributo versato non antecedente il primo gennaio 1996. Lo status di contributivo puro infatti è fondamentale per poter rientrare in questa misura.

Poi naturalmente bisogna rispettare tutti gli altri requisiti previsti che sono quello anagrafico di 64 anni di età, quello contributivo dei 20 anni di versamenti e quello dell’importo minimo della prestazione che non può essere inferiore a tre volte l’assegno sociale.

Naturalmente se nel 2026 questa possibilità verrà estesa anche a chi ha iniziato a versare prima del 1996 questi soggetti dovranno accettare di calcolo contributivo della prestazione per forza di cose.

Ecco la novità in sintesi e cosa significa

La novità che il governo intende introdurre con questa misura è anche quella dell’utilizzo dei fondi pensione integrativi compreso il TFR per poter raggiungere più facilmente l’importo soglia della prestazione.

Perché una pensione pari a tre volte l’assegno sociale è una pensione che nel 2025 è pari a 1.616 al mese mentre nel 2026 sarà pari a 1.620 circa al mese. Quindi la novità dovrebbe portare ad una ritocco del requisito contributivo che passerebbe a 25 anni.

Aprendo alla possibilità di sommare alla pensione maturata con l’INPS anche quella maturata nei fondi pensione integrativi. Parliamo della rendita di chi ha versamenti nei fondi pensione complementari e della rendita che verrebbe generata cedendo il TFR agli stessi fondi pensione.

In termini pratici, il TFR anziché essere percepito al termine del rapporto di lavoro nelle modalità previste dai vari Contratti Collettivi, verrebbe passato a rendita, percepito mese per mese per arrivare ai 1.620 euro di pensione che servono come lasciapassare per andare a riposo a 64 anni.