Diranno che ci sono Referendum e Referendum, che quelli che piacciono a loro sono buoni mentre quelli degli altri lo sono meno. Sicuramente sarà questa la trovata. ma da settimane il Ministro degli Esteri Tajani e ieri la Premier Meloni hanno rinfacciato con tanto di prove documentali, ciò che a sinistra hanno fatto anni fa e che evidentemente dimenticano. L’oggetto del contendere è il Referendum e il fatto che la Meloni ha detto che il suo modo di astensione è di presentarsi al seggio senza ritirare le schede. Altri invece hanno detto a chiare lettere (il Vicepremier Salvini per esempio), che a votare non ci andranno proprio.
Su un Referendum del genere, cioè abrogativo, serve superare il quorum, ovvero la metà degli elettori più uno devono andare a votare. E solo in questo modo, che vinca il SI o il NO, il referendum può dirsi valido. Evidente che chi come il governo e tutto il centrodestra è per il NO, fa prima a cercare di limitare le possibilità di superare il quorum.
Non votare al Referendum, la sinistra parla di democrazia ma dimentica il passato
Dalla sinistra stanno sbraitando da giorni. La segretaria del Pd Elly Schlein ha definito “vergognoso” l’invito all’astensione della Premier. Eppure, il cartello che Tajani prima, in un post sui Social e Meloni ieri, intervistata da Belpietro direttore de La Verità, fa notare come anche il PDS (Partito Democratico della Sinistra), cioè i predecessori del PD, in passato hanno detto di non andare a votare. In quel caso era il referendum sulle trivelle.
Invece come sta accadendo su qualsiasi cosa fa o non fa il governo, polemiche a prescindere.
Il Referendum diventa un tagliando delle politica
Il Referendum sta diventando importante più che per i contenuti, che diciamoci la verità, sono passati in secondo piano persino da parte di chi al Referendum ci tiene, per questioni politiche. Lo dimostra anche ciò che hanno detto a sinistra adesso. Nel senso che visti gli esiti degli ultimi Refferendum dove il quorum non è mai stato superato, mettendo le mani avanti hanno trovato la soluzione per vincere lo stesso. Perché di vittoria si tratta secondo loro, ed è più importante pare anche dell’esito del Referendum. Vincere dicendo al mondo che l’Italia è contro la Meloni. E se non si raggiunge il 50% dei votanti più uno, ecco la genialata.
Visto che 12 milioni è il numero di elettori del centrodestra alle ultime politiche secondo il PD (ma anche secondo Landini e la sua Cgil), il risultato sarebbe una vittoria per loro.
Nulla di nuovo, perché hanno stappato champagne per la vittoria a Genova della sindaca Silvia Salis dicendo a tutti che il segnale è forte (ma sono elezioni comunali, influenzate da liste civiche, nomi dei candidati e altre dinamiche che poco centrano con le elezioni politiche) contro la Meloni, dimenticando che poco tempo fa alle Regionali in Liguria, nonostante i casini del caso Toti, fu il centrodestra a vincere.