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Pensione a 60 anni nel 2025, ecco come andarci

Andare in pensione a 60 anni nel 2025 non è impossibile e ci sono diverse misure che lo permettono, ecco quali sono.

Molti lavoratori vedono nel compimento dei 60 anni una sorta di traguardo che avvicina alla pensione. Ma soprattutto per chi ha carriere frammentate e precarie il sogno di pensionarsi a 60 anni è destinato a restare tale anche se il sistema previdenziale italiano prevede specifiche eccezioni, molto ristrette, che permettono di lasciare il mondo del lavoro con un certo anticipo.

Il parametro di riferimento per la pensione di vecchiaia è di 20 anni di contributi versati, ma la sola anzianità contributiva non basta. Serve anche il raggiungimento di un’età anagrafica, fissata oggi a 67 anni. Andare in pensione con 20 anni di contributi a 60 anni, quindi, è di fatto impossibile.

Tuttavia, ci sono eccezioni previste per soggetti fragili, come le donne con almeno l’80% di invalidità, che possono accedere al pensionamento già a 56 anni. Per gli uomini con lo stesso livello di invalidità, l’età minima è invece di 61 anni. In entrambi i casi, è necessaria una finestra mobile di 12 mesi prima dell’erogazione dell’assegno.

Pensione a 60 anni: Opzione Donna e Quota 41

Il quadro si amplia per chi può vantare una carriera più lunga. Con almeno 35 anni di contributi versati, alcune donne possono accedere a “Opzione Donna”, una formula di pensionamento anticipato vincolata a specifiche condizioni personali e familiari.

Questa misura è pensata per le lavoratrici con invalidità almeno al 74% oppure per coloro che assistono da almeno sei mesi un familiare disabile grave o le lavatrici disoccupate. L’età richiesta varia in base al numero di figli: si può uscire dal lavoro a 59 anni con due figli, a 60 con un solo figlio, e a 61 senza figli. È una possibilità concreta per molte, anche se subordinata alla rinuncia al calcolo misto e all’adozione del sistema contributivo puro, che spesso comporta un assegno meno generoso.

Esistono anche vie ancora più impegnative, come la pensione anticipata ordinaria e Quota 41. La prima richiede rispettivamente 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, senza vincoli anagrafici: si può quindi andare in pensione anche a 60 anni, ma solo se si è iniziato a lavorare molto giovani, magari a 17 anni, e senza interruzioni.

Quota 41, invece, è rivolta ai lavoratori cosiddetti “precoci”, ovvero chi ha versato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni e appartiene a determinate categorie protette: invalidi, disoccupati di lunga durata o addetti a mansioni gravose. Anche in questo caso, serve comunque una carriera molto lunga.

Pensione a 60 anni: come muoversi

In uno scenario normativo così complesso, dove ogni dettaglio può fare la differenza, rivolgersi al Caf o a un patronato diventa il passaggio chiave per non perdere opportunità. Basta un semplice modulo per verificare l’idoneità a eventuali uscite anticipate e farsi guidare nella compilazione delle domande per le misure agevolate. È importante tenere presente che le regole possono cambiare di anno in anno con le leggi di bilancio, e ciò che oggi è valido potrebbe non esserlo più domani. Ecco perché anche una situazione apparentemente sfavorevole può aprire spiragli inaspettati, se ben analizzata.