Pensione a 62 anni? ecco cosa fare a gennaio

mazzarella
Pensione a 62 anni? ecco cosa fare a gennaio
Pensione a 62 anni

Il 2023 per le pensioni si è aperto all’insegna della nuova quota 103, una misura che consente di andare in pensione con 62 anni di età. Paradosso vuole che 62 anni di età sia una soglia che torna sempre di attualità. Lo era tra 2019 e 2021, quando era in funzione la quota 100. E lo è adesso che si parla di riforma delle pensioni. Ma perché, 62 anni diventa una età utile alla quiescenza nel 2024? La domanda che molti si pongono riguarda il fatto che la quota 103 nasce con una scadenza prefissata, cioè per il 31 dicembre 2023. Nel 2024 se si parlerà ancora di pensione a 62 anni sarà per via di nuove misure, che per il momento sono solo ipotetiche, ma che in futuro potrebbero diventare realtà.

Pensioni a 62 anni nel 2023 e nel 2024, le differenze

Nel 2019 nacque la quota 100, una misura che consentiva di accedere alla quiescenza a quanti si trovavano con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Una soluzione valida quindi per poter finalmente accedere alla quiescenza. e particolarmente vantaggiosa se consideriamo che si parla di 62 anni di età. Il che significa 5 anni in meno rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. E pure sui contributi notevole l’agevolazione. Di circa 5 anni meno lunga la carriera della quota 100 rispetto alla pensione anticipata ordinaria. Ma nel 2022 la misura fu cancellata e sostituita dalla quota 102, che peggiorò di 2 anni l’età pensionabile. Si passò a 64 anni. Adesso via libera alla quota 103, con età arretrata di nuovo a 62 ma con i contributi in risalita da 38 a 41 anni.

Il futuro ancora a 62 anni per le uscite?

La pensione a 62 anni con 41 anni di contributi sembra una misura piuttosto rigida nei suoi limiti. Una carriera così lunga è difficile da centrare. Ma lo era anche quella di quota 100 e quota 102, perché 38 anni erano sempre tanti. Il futuro però vede nei 62 anni più di una opzione per la riforma delle pensioni. Una di queste addirittura con 20 anni di contributi versati. Anzi, si parla di una età di uscita e di una carriera che i sindacati spingono come quella giusta per poter anticipare la quiescenza. Introducendo una misura flessibile a 62 anni, magari aprendo le porte al contributivo come regola di calcolo della prestazione. O con taglio lineare di assegno, magari del 2,5/3% per anno di anticipo.

Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina
Configura Cookie