Pensioni 2023 con 20 anni di contributi, cosa cambia?

Mario nava
PENSIONE

Le novità della manovra finanziaria sulle pensioni diventano sostanzialmente 3. Una pensione tutta nuova, una mezza novità ed una conferma in toto di una vecchia misura. Ma cosa cambia davvero nel sistema pensionistico e cosa c’è di più rispetto a quest’anno? Una domanda che molti si pongono, soprattutto quelli che hanno una carriera di 20 anni di contributi o poco più. Sulle pensioni 2023 con 20 anni di contributi, cosa cambia? Ecco la guida dettagliata alla nuova previdenza 2023.

Le novità del Governo e le pensioni che cambiano da gennaio 2023

Nel 2023 entra in azione una nuova pensione a quote. Dopo l’esperienza triennale di quota 100 e quella annuale di quota 102, ecco la quota 103. Molti la chiamano quota 41 perché ha nei 41 anni di contributi previdenziali la soglia contributiva utile. Ma serviranno anche 62 anni di età almeno e la somma di età e contributi da proprio 103. Poi verrà estesa di un altro anno l’opzione donna. Ma questa è la mezza novità, perché pur se vecchia la misura viene ridisegnata. Diventano importanti i figli, perché accederanno ad opzione donna a 58 anni le lavoratrici con 35 anni di contributi e almeno due figli avuti. Per chi ne ha avuto solo uno, opzione donna a 59 anni. Senza figli invece si parte dai 60 anni di età.

Conferma per l’anticipo pensionistico a 63 anni

Infine conferma per l’Ape sociale, in misura identica al 2022. Fuori a partire dai 63 anni di età i caregivers, gli invalidi e i disoccupati con 30 anni di contribuzione versata. E pensione anche per edili e ceramisti a quota 32 anni di versamenti o tutti gli altri lavori gravosi a 36 anni di contribuzione.

Pensioni 2023 con 20 anni di contributi nel 2023, la guida

Per il resto tutto invariato e con 20 anni di contributi restano 3 le vie possibili. La prima è quella ordinaria della pensione di vecchiaia. Serviranno 67 anni di età compiuti. Con 20 anni di contributi continueranno a poter uscire a 64 anni quelli che non hanno iniziato a lavorare prima del 1996. Serve sempre che la pensione sia pari ad almeno 2.,8 volte l’assegno sociale (oltre 1.311 euro al mese in attesa dell’aggiornamento dell’importo dell’assegno sociale 2023 oggi pari a 468,28 euro al mese). Infine basteranno 20 anni di contributi e 56 anni di età alle donne, o 61 anni di età per gli uomini, a chi ha una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%. Parliamo dell’invalidità specifica alle mansioni e ai lavori svolti dal diretto interessato e certificata dalla commissione medica INPS e non ASL.

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