Pensioni anticipate 2023, conosci tutte le regole?

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Pensioni anticipate 2023: ecco 10 cose che pochi conoscono e non sfruttano a tal punto da restare al lavoro molti anni in più.
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Andare in pensione è l’ambizione di qualsiasi lavoratore che si avvicina ad una determinata età. Molti sono in attesa di una riforma delle pensioni più favorevole. Molti altri sono in preda a scoramento e disperazione perché vedono allontanarsi la pensione nel tempo. Ma ci sono cose che gli italiani non sanno e che non sfruttano per poter andare in pensione. Ecco per esempio, alcune delle cose che gli italiani trascurano e che per qualcuno potrebbe rappresentare la scialuppa di salvataggio per le pensioni anche adesso.

Pensioni anticipate 2023: ecco 10 cose che pochi conoscono e non sfruttano

Arrivare a 42,10 anni di contributi per gli uomini per la pensione anticipata, oppure a 41,10 per le donne, non è la cosa più facile. Queste soglie per molti possono sembrare invalicabili. Eppure molti non sanno possono trasformare in contributi utili alla pensione anche gli anni trascorsi studiando per poi prendere la laurea. E anche 5 anni possono essere recuperati così. Molti non sanno però che servono per le pensioni anticipate, 35 anni di contributi effettivi. Significa che nei 42,10 di contributi (ma vale anche per i 41,10 delle donne o per i 41 della quota 41 precoci), 35 devono essere senza considerare i contributi figurativi da malattia e da disoccupazione. Che però sono sempre utili per il calcolo della pensione.

Il lavoro gravoso o usurante, sicuri di sapere tutto?

Le pensioni anticipate 2023 hanno anche lo scivolo usuranti tra le misure che permettono al lavoratore una pensione prima del previsto. Molti a questa cosa non ci pensano nemmeno, ma c’è una possibilità concreta di essere considerati usuranti anche se quella tipologia di attività è stata interrotta da tempo. Per esempio, chi ha lavorato nella linea a catena in fabbrica, con lavoro in turni per metà della sua vita lavorativa, può sfruttare lo scivolo usuranti anche se nel frattempo ha cambiato mestiere. Lo stesso vale per i notturni. Perché l’uscita è particolarmente vantaggiosa, partendo dai 61,7 anni di età con 35 di contributi e quota 97,6 ultimata. E perfino per misure come l’Ape sociale e la quota 41 precoci vale il medesimo discorso. Per esempio, un edile che poi ha deciso di aprire un negozio di ferramenta, se ha svolto questo lavoro in 7 degli ultimi 10 anni, può accedere lo stesso all’Ape sociale a 63 anni.

La pensione contributiva e tutti i pro e i contro

Molti non sanno che se il loro primo contributo versato è successivo al 31 dicembre 1995, la pensione di vecchiaia si centra solo se di importo pari ad 1,5 volte l’assegno sociale, cioè più o meno 750 euro al mese. Chi alla data di liquidazione del rateo matura una pensione più bassa, non potrà uscire a 67 anni di età. Ma basterebbe riscattare un periodo di contribuzione, anche figurativa prima del 1996 per perdere quel penalizzante status di contributivo puro che limita le possibilità di pensione di vecchiaia. Discorso inverso per chi punta alla pensione anticipata contributiva. Questa si centra con 64 anni di età e 20 anni di contributi e assegno liquidato in misura non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Evitare di riscattare, per esempio l’anno del servizio militare, sarebbe vantaggioso. Per questa misura lo status di contributivo puro è un vantaggio, perché la misura è destinata a chi non ha contributi versati prima del 1996. Le pensioni anticipate 2023 potrebbero avere in quella contributiva una via di uscita.

Le invalidità pensionabili ma non solo per le pensioni anticipate 2023

Le pensioni anticipate 2023 potrebbero essere anche quelle con invalidità specifica. Molti vengono riconosciuti invalidi civili dalle ASL, in misura pari o superiore all’80%. Ma se questa invalidità è riconosciuta anche dalle commissioni mediche INPS, si parla di invalidità specifica. E significa pensione già a 56 anni di età per le donne e 61 anni di età per gli uomini. Sempre per invalidità, chi p riconosciuto tale con invalidità superiore al 74%, può godere della maggiorazione contributiva. Ogni anno di lavoro prestato dopo aver ottenuto l’invalidità, vale 2 mesi in più di contribuzione fino ad un recupero massimo di 5 anni (2 mesi all’anno in più per massimo 30 anni di carriera). Così come per chi ha iniziato la carriera prima del 1996, cioè per i già citati contributivi puri, ogni anno di lavoro precoce, cioè prima dei 18 anni, vale 1,5 volte. Soluzioni utili anche in questo caso per le pensioni anticipate 2023.

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