Pensioni: nuova quota 100, meno anni di contributi e più anni di età

Mario nava
Nella relazione annuale dell’Inps a Montecitorio, il Presidente Tridico ha proposto alcune soluzioni di riforma, compresa una quota 100 rivisitata

Ed alla fine, pur se bocciando su tutta la linea l’attuale quota 100, anche l’Inps propone di reintrodurla nel 2022, ma rivisitandola profondamente in una ipotesi di riforma delle pensioni. È ciò che emerge dopo la relazione annuale dell’Inps di ieri alla Camera, con il Presidente dell’Istituto Previdenziale in audizione a Montecitorio che ha parlato della pensione degli italiani e del futuro della previdenza.

Tridico ha proposto tre misure atte a riformare il sistema ed a evitare lo scalone di 5 anni del post quota 100. Tra le tre proposte proprio queste nuova quota 100.

La quota 100 del futuro, combinazione 64+36

E se alla fine anziché cestinarla completamente si optasse per un restyling? Potrebbe essere questo in sintesi il quesito che emerge dopo la proposta di ieri di Pasquale Tridico, Presidente Inps, alla Camera dei Deputati nella canonica relazione annuale dell’Istituto Previdenziale, parlando naturalmente di quota 100.

Tridico ha proposto una misura che consenta di uscire dal lavoro a 64 anni con 36 anni di contributi. E 64+36 fa 100, proprio come i 62+38 della attuale versione di quota 100.

In questo modo si darebbe ragione alla Corte dei Conti che tempo fa ha confermato come, nonostante l’attuale quota 100 permette una uscita per la pensione a 62 anni, la stragrande maggioranza dei lavoratori ha scelto di uscire con la misura che va in scadenza il 31 dicembre prossimo, a 64 anni e non a 62.

Nuova quota 100 meno favorevole però

Il costo di questa misura solo nel 2027 diventerebbe elevato arrivando a superare i 4 miliardi di euro. Infatti nella proposta il Presidente Tridico ha pure sottolineato i costi di questa sua proposta che per il 2022 si assesterebbero a 1,2 miliardi di euro.

Costo limitato per le casse dello Stato, nettamente inferiore al costo della quota 100 di oggi. Il motivo è nel calcolo dell’assegno che verrebbe concesso ai lavoratori. Infatti si parla di calcolo contributivo totale dell’assegno, un vero salasso per chi è nelle condizioni, avendo più di 18 anni di versamenti antecedenti il 1996, di godere del calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011.

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