Aumento pensioni minime 2025, solo 1,90 euro al mese in più Aumento pensioni minime 2025, solo 1,90 euro al mese in più

Pensioni più basse nel 2025, chi ci perde?

CHi va in pensione nel 2025 avrà diritto a un assegno più basso. L’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione rende il calcolo meno conveniente.

Dal 1° gennaio 2025 pensioni più basse per tutti. Il prossimo anno, infatti, per effetto della revisione biennale, cambiano i coefficienti di trasformazione che servono a determinare l’importo della pensione che spetta, almeno per la quota contributiva.

L’anno prossimo, gli importi delle nuove pensioni subiranno una leggera diminuzione. Non si tratta di una novità: questo è il risultato di un meccanismo che si aggiorna ogni due anni per adattare le pensioni all’aspettativa di vita.

Visto che si prevede che i pensionati vivranno più a lungo, e riceveranno l’assegno per un periodo maggiore, l’importo mensile viene ridotto grazie ai coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo. Questo aggiustamento avviene tramite un aggiornamento dei coefficienti di trasformazione, che il Ministero del Lavoro rivede ogni due anni tramite un decreto. È lo stesso sistema utilizzato per l’adeguamento dell’età pensionabile, che però quest’anno non subirà modifiche: se ne riparlerà nel 2027.

Cambiano i coefficienti e la pensione si abbassa

Il sistema dei coefficienti di trasformazione è stato introdotto nel 1996 con la legge Dini, e nel 2011 è stato modificato dalla riforma Fornero. A partire dal 2021, questo meccanismo viene aggiornato ogni due anni (precedentemente ogni tre anni) per adeguare gli importi delle nuove pensioni all’aspettativa di vita. Il coefficiente viene utilizzato per determinare l’importo dell’assegno mensile, tenendo conto di tutti i contributi versati durante la carriera lavorativa (il cosiddetto “montante contributivo”, che viene rivalutato anch’esso ogni due anni).

Il valore del coefficiente varia anche in base all’età del pensionato, poiché deve riflettere la durata della vita media. Chi lascia il lavoro a 57 anni, ad esempio, avrà un coefficiente diverso (e più basso) rispetto a chi va in pensione a 70 anni. Questo accade perché la stessa quantità di contributi deve essere distribuita su un periodo più lungo di pensionamento, con la conseguente riduzione dell’assegno mensile.

Come cambiano i coefficienti di trasformazione?

L’unica revisione che ha portato un aumento dei coefficienti è stata l’ultima quella che ha stabilito i coefficienti per il 2023/2024: in questo caso attendere ha portato un vantaggio ai lavoratori. In tutti gli altri casi la revisione ha comportato un calo dei coefficienti con perdita di soldi da parte dei pensionati. La revisione per il prossimo anno, quindi, segue la tradizione e comporta un calo.

ETA’COEFF. 2023/2024COEFF.2025/2026
574,270%4,204%
584,378%4,308%
594,493%4,419%
604,615%4,536%
614,744%4,661%
624,882%4,795%
635,028%4,936%
645,184%5,088%
655,352%5,250%
665,531%5,423%
675,723%5,608%
685,931%5,808%
696,154%6,024%
706,395%6,258%
716,655%6,510%