Tra poco più di un anno dovremo dire addio alla quota 100, in scadenza il 31 dicembre 2021. Nel frattempo si lavora all’attuazione di una misura che possa, in qualche modo, evitare il gradone di 5 anni che la scadenza di quota 100, inevitabilmente provocherà.
Riforma pensioni e quota 102
Le ipotesi in campo sono davvero molto tra le quali spunta anche la quota 102, una flessibilità che permetterebbe l’uscita dal mondo del lavoro con gli stessi anni di contributi richiesti dalla quota 100, ovvero 38, ma con 64 anni di età.
La misura dovrebbe prevedere anche penalizzazioni crescenti in base agli anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia (67 anni).
Si tratterebbe, quindi, di una sorta di quota 100 rivisitata e corretta che permette di allungare di 2 anni il pensionamento dei lavoratori risparmiando sui costi dell’attuale quota 100, che ricordiamo non prevede penalizzazioni.
Questa, quindi, una delle possibili misure sul tavolo di incontro tra governo e sindacati che dovrebbe tenersi proprio domani, 16 settembre, dopo che è slittato di una settimana rispetto alla data prevista dell’8 settembre.
Sul tavolo anche la possibilità di una proroga dell’opzione donna e dell’Ape sociale anch per il 2021 e un possibile aumento degli assegni previdenziali anche grazie ad una rivisitazione della quattordicesima mensilità.
Riduzione degli assegni previdenziali dal 2021
In ogni caso, chi accederà alla pensione dal 2021 vedrà l’assegno spettante ridotto a quello che avrebbe preso pensionandosi entro il 2020 poichè sono stati modificati i coefficienti di trasformazione per il biennio 2021/2022.