Subito in pensione a 62 anni, secondo voi conviene?

Mario nava
Subito in pensione a 62 anni o conviene aspettare qualche mese? la verità che nessuno dice sulle pensioni e sulla riforma.
Pensioni quota 84
Pensione

Nel 2023 potranno andare a riposo finalmente, con misure come opzione donna, l’Ape sociale e la Quota 103, molti lavoratori. Ma tanti altri aspettano la riforma delle pensioni. Chi matura i requisiti per quelle misure prima citate, non li perde nemmeno se nel 2024, come sembra, molto cambierà con il varo di una nuova riforma delle pensioni. Ed è proprio la cristallizzazione del diritto alla pensione che permette a qualcuno di avere quell’autentico lusso di poter scegliere se uscire subito o se rimandare a misure migliori. Perché si parla di misure migliori rispetto a quelle di oggi.

Subito in pensione a 62 anni o conviene aspettare qualche mese?

Due saranno probabilmente le misure che faranno capolino nel sistema pensionistico italiano e saranno la ormai celebre quota 41 per tutti o una pensione flessibile a 62 anni con 20 anni di contributi. E sarebbero misure che per contributi versati ed età di uscita, si collegano a doppio filo alla quota 103. E questo sia se si parla di quota 41 per tutti che di pensione flessibile a 62 anni di età. Nel 2023 chi matura 41 anni di contributi versati e 62 anni di età può uscire con la quota 103. Ma anche se non esce e pure se la misura nel 2024 cessa di esistere, il diritto alla quota 103 non si perde. Ma ci sono alcuni fattori da considerare che potrebbero spingere a rimandare. Perché quota 103 prevede 41 anni di contributi versati. La stessa soglia di una ipotetica quota 41 per tutti nel 2024. E l’età di quota 103 è a 62 anni, la stessa età che pare sia ipotizzata come quella della nuova flessibilità in uscita.

Meglio la quota 41 per tutti?

Si dice che nel 2024 entrerà la quota 41 per tutti. Significa che nel 2024 tutti quelli che a prescindere dall’età raggiungeranno i 41 anni di contribuzione previdenziale versata, potrebbero avere diritto a lasciare il lavoro. Oggi invece con 41 anni di contributi servirebbero anche almeno 62 anni di età. Lo prevede la già citata quota 103. Ma con la quota 103 vige il divieto di cumulare redditi da lavoro con redditi di pensione. Significa che per tutti gli anni di anticipo, e quindi da 62 a 67 anni, il pensionato con la quota 103 non potrà lavorare. Unica eccezione lo svolgimento di piccoli lavori che rientrano nel lavoro autonomo occasionale e fino a 5.000 euro annui di reddito. Anche con il varo di quota 41 per tutti, nel 2024 chi è uscito con la quota 103 non potrà in nessun caso cambiare misura, passando da quota 103 a quota 41.

Limiti di importo delle pensioni? nel 2024 addio

Per evitare di sottostare al limite di cumulo dei redditi da pensione con quelli da lavoro, ecco quindi che converrebbe aspettare ad andare in pensione con la quota 103. Anche se i 41 anni sono stati completati, meglio aspettare e verificare se davvero l’anno 2024 sarà quello della quota 41 per tutti. Anche perché sulla pensione con quota 103 vige pure il vincolo di importo per un assegno che non può superare le 5 volte il trattamento minimo, cioè circa 2.818 euro lordi al mese. Ed anche in questo caso il vincolo resterebbe fino ai 67 anni di età. Dal momento che la quota 103 si cristallizza, anche se la quota 41 non venisse varata e fallisse, ecco che l’interessato potrebbe sempre ovviare.

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