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Sulle pensioni 35 euro in meno, ecco quando la data di nascita ti penalizza

Sulle pensioni 35 euro in meno, ecco quando la data di nascita ti penalizza perché cambiano i coefficienti.

Con la pubblicazione sul sito istituzionale del Ministero del Lavoro (nella sezione “pubblicità legale”, ndr), del Decreto del 20 novembre 2024, la revisione biennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione trova i natali. E come era logico visto i dati sull’aumento delle aspettative di vita della popolazione, i coefficienti diventano adesso meno favorevoli. La revisione biennale dei coefficienti come sempre porta a delle penalizzazioni per i nuovi pensionati. E nel 2025, sulle pensioni 35 euro in meno sarà quello che alcuni lavoratori dovranno sopportare. Ma vediamo nello specifico di cosa parliamo e perché si parla di tagli.

Sulle pensioni 35 euro in meno, ecco quando la data di nascita ti penalizza

Come prassi vuole, i coefficienti di trasformazione ogni due anni vengono adeguati ai nuovi dati sulle aspettative di vita della popolazione. Al salire della vita media degli italiani, i coefficienti di trasformazione diventano meno favorevoli. Il motivo è presto detto. Più tempo vive una persona, più tempo dura la pensione. E di conseguenza più soldi spende l’INPS dal momento che è costretta a pagare per più tempo la pensione ad un individuo.
Per lo stesso motivo per cui, al salire della vita media della popolazione, lo Stato aumenta i requisiti per andare in pensione (nel 2019 si è passati da 66,7 anni di età a 67 anni per le pensioni di vecchiaia), cambiano i coefficienti.
Dal momento che si corre il rischio di pagare per più tempo una pensione, ecco che lo Stato la diminuisce di importo. E grazie ai coefficienti che trasformano in pensione ciò che un lavoratore ha versato di contributi, la soluzione è proprio la rivisitazione in negativo di questi coefficienti.

Come cambiano i coefficienti

Escludendo gli anni della pandemia che per via dei tanti decessi ha visto una concreta riduzione delle aspettative di vita della popolazione, ecco che in genere ogni biennio la vita media degli italiani aumenta. Questo per giustificare il fatto che in genere i coefficienti di trasformazione ogni biennio penalizzano coloro che escono dal lavoro rispetto a chi lo ha fatto negli anni precedenti. Oggi analizzando ciò che accade ad un lavoratore con 400.000 euro di montante contributivo con 35 anni di contributi che esce a 67 anni di età, cercheremo di capire dove va a sbattere questa penalizzazione.
Un contribuente che ha compiuto 67 anni di età in questo novembre, con 35 anni di contributi e 400.000 euro di montante contributivo prenderà una pensione in base ai coefficienti validi nel biennio 2024-2025. Invece un contribuente che compie 67 anni di età a gennaio 2025, con 35 anni di contributi e 400.000 euro di montante contributivo prenderà una pensione in base ai coefficienti validi nel biennio 2025-2026. Anche per qualche giorno di distanza come data di nascita quindi, cambiano i parametri per il calcolo della pensione. E due soggetti che hanno la stessa età, la stessa dote di contribuzione e gli stessi anni di versamenti, prenderanno due pensioni diverse.

Ecco alcuni calcolo da fare

Nel dettaglio il primo, cioè colui che in pensione ci va a partire dal primo dicembre 2024 perché come sempre la pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di maturazione dei requisiti, prenderà 22.892 euro di pensione. Significa 1.761 euro al mese di trattamento per 13 mensilità. Colui che invece andrà in pensione dal primo febbraio 2025, perché completa i requisiti solo a gennaio 2025, prenderà una pensione di 22.432 euro al mese, cioè 1.726 euro al mese per tredici mesi. In pratica, dal momento che il coefficiente di trasformazione del montante contributivo in pensione nel biennio attuale è pari a 5,723% a 67 anni di età, mentre nel 2025 e nel 2026 passerà a 5,608%, per pochi giorni di differenza sulla data di nascita la perdita in fatto di importo della pensione è notevole.