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Sulle pensioni si può scegliere la data di partenza: Arretrati o aumenti, ecco la scelta

Come funzionano le pensioni anticipate e come si fa ad arrivare a prendere gli arretrati fermo restando un calcolo peggiore del trattamento.

Sulle pensioni importanti sono l’età di uscita, i contributi versati, le misure che permettono il pensionamento ma anche la decorrenza del trattamento.
In genere una pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del completamento dei requisiti. Altre volte parte dal mese successivo a quello della presentazione della domanda di pensione. Ed altre volte ancora, parte decorsa la finestra di attesa imposta da una determinata misura. Oggi però parliamo di decorrenza della prestazione come di una scelta che deve operare il contribuente. In alcuni casi infatti è data facoltà ai diretti interessati di scegliere se far partire il trattamento prima o dopo.

Sulle pensioni si può scegliere la data di partenza: Arretrati o aumenti, ecco la scelta

Nel sistema previdenziale italiano ci sono regole molto particolari. C’è per esempio la regola della cristallizzazione del diritto. Una regola che prevede come chi ha maturato il diritto alla pensione, non lo mantiene praticamente perennemente, anche negli anni successivi ed anche se la misura cambia regole, cambia requisiti o addirittura se viene cessata. Il diritto maturato vale anche per le regole di calcolo della prestazione e quindi anche per capire come adesso la decorrenza può decidere in alcuni casi il contribuente. Fino a quando una misura funziona in un certo modo, chi ha raggiunto per tempo i requisiti può sempre sfruttarla e se le regole prevedevano un calcolo migliore, ecco che torna utile farlo.

Ecco alcune normative favorevoli oggi


Proprio per questo, grazie a delle normative di favore, i nati nel 1958 ed i nati nel 1961 possono sfruttare un vantaggio. Possono andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia o con la pensione anticipata contributiva godendo di una netta agevolazione. Questa normativa riguarda solo le lavoratrici che hanno iniziato a versare dopo il 1995 e solo se hanno avuto dei figli nella loro vita. E sono proprio loro che possono prendere gli arretrati della pensione spostando la decorrenza oltre un anno indietro.
A 67 anni con la domanda di pensione si può chiedere all’INPS un calcolo più favorevole.

Pensione di vecchiaia con decorrenza anticipata

Per le pensioni di vecchiaia servono almeno 67 anni di età, almeno 20 anni di contributi e una pensione non inferiore come importo all’assegno sociale. Per le pensioni anticipate contributive servono almeno 64 anni di età, almeno 20 anni di contributi versati e una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale. Nel primo caso non ci sono differenze tra uomini e donne mentre per le pensioni anticipate contributive c’è una differenza tra uomini e donne che hanno avuto dei figli.

Chi ha avuto due figli o più può andare in pensione anticipata contributiva con un trattamento non inferiore a 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale. Se i figli sono solo uno, il limite sale a 2,8 volte.

Arretrati anticipando la decorrenza della pensione

Nel 2025 è stato introdotto un maggiore vantaggio per le donne sulle pensioni contributive. La manovra di bilancio introdotto 16 mesi di taglio sull’età pensionabile per le lavoratrici che hanno avuto più di tre figli. In pratica lo sconto di 4 mesi a figlio fino a massimo 12 mesi con tre o più figli in vigore fino al 2024 diventa pari a 16 mesi per chi ha avuto 4 o più figli. In questo modo è data facoltà di anticipare l’uscita nel 2025 fino a 65 anni e 8 mesi di età per le pensioni di vecchiaia. Oppure fino a 62 anni e 8 mesi per le pensioni anticipate contributive.
Una donna che compie adesso 67 anni, se ha avuto 4 figli ha maturato il diritto alla pensione a 65 anni e 8 mesi. Ed è da quella data che parte il calcolo della pensione e la sua decorrenza.

Il calcolo della pensione però è penalizzato

Libera scelta da parte della diretta interessata quindi. A qualcuno può sembrare strano parlare di scelta. Invece effettivamente una scelta è. Perché se è vero che possono essere allettanti gli arretrati, va detto che anticipare la decorrenza del trattamento è controproducente come calcolo della pensione. E lo è ancora di più per un altro vantaggio destinato alle donne con figli. Parlando di contributivi puri, parliamo di soggetti che hanno il loro calcolo della pensione tutto basato sui contributi versati. Il montante contributivo viene prima rivalutato al tasso di inflazione e poi moltiplicato per i coefficienti di trasformazione. Coefficienti che sono sempre maggiormente migliori per chi esce più avanti con gli anni. Chi sceglie gli arretrati quindi riceve un calcolo peggiore perché a 66 anni la pensione a parità di montante è più bassa rispetto a 67 anni. Per le donne che hanno avuto uno o due figli si può sfruttare pure una agevolazione che prevede l’utilizzo a 67 anni del coefficiente di 68 anni. E quindi una pensione ancora migliore. E se i figli sono almeno 3, ecco che il coefficiente da sfruttare può essere quello dei 69 anni, quindi ancora migliore.