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Anche alle badanti e alle colf spetta la Naspi, ecco cifre, calcoli e regole

Anche per colf, badanti e baby sitter spetta l’indennità di disoccupazione Naspi alla perdita del contratto di lavoro.

Anche per badanti, colf e baby sitter con regolare contratto di assunzione spetta l’indennità di disoccupazione per un massimo di 2 anni. Ovviamente le condizioni per l’accesso sono le stesse previste per la generalità dei lavoratori, dal momento che parliamo di un lavoro come un altro ormai. Solo che essendo un lavoro che ha delle precise particolarità, proprio per il lavoro domestico sono previste delle specifiche differenti dagli altri per quanto riguarda la verifica dei requisiti di accesso.

Lavoro domestico e indennità di disoccupazione, come funziona?

La Naspi spetta anche ai lavoratori domestici che perdono il lavoro. Si tratta di una indennità mensile corrisposta per la metà delle settimane lavorate e quindi con contributi accreditati nei 4 anni precedenti l’evento di disoccupazione.

I lavoratori domestici per poter accedere all’indennità di disoccupazione devono aver perduto il lavoro e quindi devono trovarsi in uno stato di disoccupazione. Ma la perdita del posto di lavoro deve essere involontaria e quindi a seguito di licenziamento, scadenza di contratto a termine o dimissioni per giusta causa. Per le cifre dell’indennità si guarda sempre ai 4 anni precedenti. E per il conteggio dell’indennità da percepire si prendono a riferimento le settimane di lavoro con riferimento a 24 ore di lavoro a settimana come minimo.

Anche alle badanti e alle colf spetta la Naspi, ecco cifre, calcoli e regole

L’importo mensile spettante al lavoratore domestico, sia esso una colf, un maggiordomo o una badante quindi, viene calcolato sulla retribuzione percepita negli ultimi 4 anni e l’indennità spetta per un massimo di 24 mesi.

Si ricorda, in ogni caso, che per i primi 3 mesi l’indennità spetta in misura pari al 75% della retribuzione media degli ultimi 4 anni e dal 91esimo giorno la stessa di riduce di un 3% al mese.