pensione retroattiva pensione retroattiva

Arriva la pensione retroattiva: Ecco dall’INPS 1,4 anni di arretrati e per chi

Ecco perché a volte c’è chi può prendere una pensione praticamente retroattiva grazie alle norme recentemente modificate.

Nel 2025 sarà possibile andare in pensione e per qualcuno sarà possibile anche recuperare da 4 a 16 mesi di pensione arretrata già con i primi ratei di trattamento. Questo perché chi va in pensione e rispetta determinati requisiti avrebbe avuto diritto ad andare in pensione già anni prima a tal punto che con la domanda di pensione ad una certa età l’INPS la ricalcola a ritroso. Una norma lo permette, anche se va detto che di fatto è un baratto, perché bisogna rinunciare alla possibilità di avere un trattamento migliore.

Arriva la pensione retroattiva: Ecco dall’INPS 1,4 anni di arretrati e per chi

C’è quindi la concreta possibilità che nel 2025 chi uscirà dal lavoro a 64 anni per esempio, potrà chiedere all’INPS da 4 a 16 mesi di arretrati. Una richiesta contestuale alla domanda di pensione.
In base alla normativa vigente ormai da anni (dall’entrata in vigore nel 1996 della riforma Dini), recentemente potenziata dal governo nell’ultima legge di Bilancio, c’è chi può chiedere la decorrenza della pensione anticipata rispetto alla data di uscita effettiva dal mondo del lavoro.

Una facoltà che riguarda le lavoratrici madri che hanno avuto dei figli. ma solo se rientrano nel sistema contributivo piano avendo il primo accredito di contributi a qualsiasi titolo successivo al 31 dicembre 1995.

Le normative sono cambiate in meglio

Fino al 31 dicembre 2024 questa facoltà consente una decorrenza anticipata di 12 mesi al massimo. Con la legge di Bilancio si è arrivati a 16 mesi. Nel dettaglio questa normativa oggi prevede un taglio dell’età anagrafica di pensionamento pari a 4 mesi per ogni figlio avuto fino a massimo 16 mesi per chi ne ha avuti 4 o più.

Ed è una possibilità appannaggio delle lavoratrici su tutte le misure contributive come detto prima.
Valida quindi per le pensioni anticipate contributive a 64 anni di età, per le pensioni di vecchiaia a 67 anni di età e per quelle a 71 anni di età. Ricapitolando, anche nel 2025 ci sarà chi potrà anticipare l’uscita anche di 16 mesi uscendo a 62 anni e 8 mesi e non a 64 con le pensioni anticipate contributive. Oppure a 65 anni e 8 mesi con le pensioni di vecchiaia anziché a 67 anni. O ancora a 69 anni e 8 mesi e non a 71 anni con le pensioni di vecchiaia contributive con solo 5 anni di versamenti.

Pensione prima o più alta, a voi la scelta


Naturalmente chi non ha sfruttato questa possibilità anni addietro adesso potrà farlo perché la normativa consente a queste lavoratrici di scegliere una diversa data di decorrenza della prestazione durante la fase di istruttoria della domanda di pensionamento. Per esempio, chi ha avuto 3 figli e poteva andare in pensione nel 2024 a gennaio a 66 anni di età, potrà farlo adesso a 67 anni, ma chiedendo comunque all’INPS che la pensione decorra dal mese di gennaio 2024. Prendendo quindi 12 mesi di arretrati.
Ma cosa significa che bisogna scegliere se prendere gli arretrati o prendere una pensione più alta? Il fatto è che sempre per le lavoratrici con figli, c’è il privilegio di un coefficiente di trasformazione migliore della pensione se si esce alle età ordinarie di queste prestazioni. In pratica, rinunciando alla decorrenza anticipata della pensione si può chiedere all’INPS il calcolo della pensione con il coefficiente di due anni migliore per quanti hanno avuto almeno 3 figli e di un anno migliore per chi ne ha avuto fino a due.