Assegno unico fino a febbraio, poi serve nuova domanda, ecco per chi

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Ecco come continuare a prendere l’Assegno unico passando dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione.
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L’Assegno unico e universale sui figli sotto i 21 anni di età è stato preso anche da chi prendeva il reddito di cittadinanza. Ma adesso che il reddito di cittadinanza non c’è più, e adesso che c’è l’Assegno di inclusione cosa cambia? Il diritto all’Assegno unico non viene meno naturalmente per le famiglie beneficiarie dell’Assegno di inclusione. Solo che per i beneficiari presto sarà il caso di presentare una nuova domanda.

Assegno unico fino a febbraio, poi serve nuova domanda, ecco per chi

L’INPS ha da poco emanato una circolare con cui spiega nello specifico cosa devono fare i beneficiari dell’Assegno unico in qualità di ex beneficiari del reddito di cittadinanza e di futuri beneficiari dell’Assegno di inclusione. Con il messaggio n° 258 del 19 gennaio 2024 l’INPS ha confermato che per l’Assegno unico e universale per i figli a carico solo da marzo arriverà la cessazione dei pagamenti relativi all’Assegno unico. Infatti i beneficiari del vecchio reddito di cittadinanza hanno percepito l’Assegno unico come componente integrativa del vecchio sussidio e sempre sulla solita carta RDC (la card gialla tanto famosa). E continueranno a percepire l’Assegno unico per i mesi di gennaio e febbraio sempre alla solita maniera.

Cosa cambia da marzo, arretrati e date da non sbagliare

A marzo però i diretti interessati all’Assegno di inclusione dovranno adoperarsi. Infatti da marzo cesserà di essere erogato l’Assegno unico sulla card gialla prima citata. Le famiglie interessate, a prescindere che abbiano già presentato domanda di Assegno di inclusione, dovranno provvedere a presentare nuova domanda di Assegno unico. E dovranno farlo entro il 30 giugno per non perdere il diritto agli arretrati. Sempre entro il 30 giugno occorrerà anche presentare la nuova DSU per il rinnovo dell’ISEE. Infatti i mesi di gennaio e febbraio per l’Assegno unico verranno corrisposti in base all’ISEE del 2023, anche se scaduto. Anche in questo caso, rinnovare l’ISEE dopo il mese di giugno fa correre il rischio di perdere gli arretrati se gli importi basati sul nuovo ISEE saranno maggiori di quelli previsti con il vecchio.

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