Avvisi bonari, ecco come rateizzare un 730 finito a controllo prima che diventi cartella esattoriale

mazzarella
Avvisi bonari, ecco come rateizzare un 730 finito a controllo prima che diventi cartella esattoriale e in 20 rate trimestrali per 5 anni.
cartelle, rimborso 730 e compensazione

Il dovere di un contribuente è quello di presentare ogni anno le dichiarazioni dei redditi. Il diritto dell’Agenzia delle Entrate è quello di avviare subito i cosiddetti controlli formali. Ed al contribuente possono arrivare degli avvisi di accertamento, che spesso e volentieri hanno dentro intimazioni di pagamento per errori o omissioni nelle dichiarazioni dei redditi. Adesso pare stiano arrivando ai contribuenti le comunicazioni di accertamento relative alle dichiarazioni 2022, cioè il 730 che fa riferimento all’anno di imposta 2021. Un avviso di accertamento non è una cartella esattoriale, ma potrebbe diventarlo. Ecco perché nei 30 giorni di tempo offerti dal Fisco bisogna intervenire. ma come?

Avvisi bonari, ecco come rateizzare un 730

Il controllo formale non è altro che una procedura di compliance tra Agenzia delle Entrate e contribuente. Il Fisco con questo accertamento chiede al contribuente di mettere in regola un errore, una omissione o una anomalia che le Entrate riscontrano nel modello 730. Entro 30 giorni dalla data di ricevimento dell’avviso il contribuente deve pagare il dovuto o richiedere uno sgravio se ha a suo favore elementi che determinano l’illegittimità della pretesa da parte dell’Agenzia delle Entrate. In pratica le vie sono due. O pagare il tutto entro 30 giorni, godendo di un vantaggio che è quello delle sanzioni ridotte. Oppure presentare istanza di annullamento, producendo i dati documentali che coprono le anomalie o le omissioni che il Fisco dichiara essere presenti nel controllo della dichiarazione.

Ecco la procedura passo a passo in area libera

Una soluzione di mezzo tra le due cose, che riguarda quei contribuenti che effettivamente sono tenuti a pagare è quella della rateizzazione. Che si può fare direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate in area pubblica. Significa che non è necessario accedere all’area riservata, non servono le credenziali SPID, CIE o CNS. In area pubblica sul sito dell’Agenzia delle Entrate bisogna entrare nell’area “tutti i servizi”. Tra i tanti servizi disponibili per il contribuente, ecco che bisogna andare nella sezione pagamenti e cliccare su “Comunicazioni controllo automatico e formale – calcolo delle rate”. Basterà accedere a questo servizio, indicando che genere di atto è stato ricevuto e di cui si chiede la dilazione.

Massimo 20 rate trimestrali, il debito in 5 anni

Bisogna distinguere tra comunicazione esiti controlli automatizzati che sono stati ricevuti direttamente dal contribuente via PEC o raccomandata, oppure dall’intermediario che ha presentato il modello 730 per conto del contribuente. Inserendo il codice atto che si trova nella lettera del Fisco, la data di elaborazione della comunicazione, quella di ricevimento, l’importo da versare e i dati anagrafici e di domicilio del contribuente, ed il programma calcola le rate. Il sistema è tarato su 2 rate, ma il contribuente può scegliere il piano più congeniale fino a 20 rate trimestrali. Il debito così viene spalmato in 5 anni. Al termine della procedura il contribuente può scaricare già tutti i modelli F24 di pagamento di tutte le rate scelte. Nel piano di dilazione che si può scaricare anche lui, si evidenziano anche la quota interessi che vengono aggiunti a partire dalla seconda rata del piano.

Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina
Configura Cookie