Per chi riceve una cartella esattoriale il problema esiste e non va sottovalutato. Ma cercare l’escamotage per non pagare è lecito. Ma lecita deve essere anche la strada per non pagare senza finire con l’incorrere poi in pignoramenti, ipoteche e fermi amministrativi.
Esistono infatti dei modi legali per eliminare del tutto il debito e non pagare la cartella esattoriale. Sia con misure introdotte dal governo in determinati periodi, cioè sanatorie, condoni e rottamazioni e sia con soluzioni alternative.
Rottamazione delle cartelle esattoriali, soluzione sempre appetibile
La rottamazione delle cartelle esattoriali è una sanatoria, messa in pratica periodicamente, che permette di pagare solo una parte del debito. In pratica, con questa modalità, vengono eliminati interessi di mora e sanzioni, lasciando solo l’importo principale. La rottamazione delle cartelle attualmente in vigore e per al quale stanno pagando le rate gli aderenti, è la quater. La quinquies invece potrebbe essere introdotta per il 2026.
In linea di massima il meccanismo funziona sempre con un taglio del dovuto per via della cancellazione di sanzioni, interessi e aggi di riscossione. E poi pagando a rate (il numero varia in base alle decisioni del governo).
Altre soluzioni simili alla rottamazione e che rientrano nel novero delle sanatorie sono quelle che parlano di saldo e stralcio. Strumento che azzera l’intero debito facendo pagare al debitore solo una piccola parte di esso e in genere, in unica soluzione. La cancellazione automatica delle cartelle esattoriali che lo Stato non è riuscito a riscuotere nel corso di un quinquennio è un’altra opzione che spesso viene adottata. ma soprattutto sui debiti considerati inesigibili, che lo Stato non considera incassabili e che appartengono sostanzialmente a nullatenenti, deceduti senza eredi o falliti.
Prescrizione del debito ma non solo, addio cartelle
Un’altra strada legale è verificare se la cartella esattoriale è prescritta. La prescrizione significa che decorso un arco temporale, il debito non è più esigibile perché scaduto. Per molte cartelle, il termine di prescrizione è di cinque anni, ma può variare a seconda dell’origine del debito e quindi in base all’imposta, la tassa o il tributo evaso.
La regola dei 220 giorni è un’altra opportunità simile alla prescrizione e a tutela per il contribuente. Dopo una richiesta da parte del contribuente, che chiede spiegazioni su un debito o su una cartella, se l’Ente a cui viene fatta la richiesta non risponde in 220 giorni, la cartella può essere annullata.