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Cosa deve controllare la badante in busta paga

Nella busta paga mensile ci devono essere una serie di voci e di dati che sono molto importanti ma che spesso il lavoratore sottovaluta

Ormai anche il settore domestico può essere considerato equiparato a qualsiasi altro settore lavorativo dove c’è un datore di lavoro ed un lavoratore subordinato.

Il settore è munito di un proprio CCNL, il lavoratore ha una serie di diritti e di doveri, il lavoratore deve essere pagato in linea con il contratto collettivo, il rapporto di lavoro deve essere instaurato tramite contratto (o al più tramite lettera di assunzione) ed al lavoratore spetta una busta paga mensile e la Certificazione Unica dell’anno precedente.

L’unica differenza che ancora resta tra il settore domestico e la stragrande maggioranza degli altri lavoratori dipendenti è che il datore di lavoro non è sostituto di imposta.

Oggi parliamo della busta paga, documento che deve essere consegnato alla lavoratrice (basta anche un a ricevuta, ma sopra ci devono essere i dati tipici e determinanti presenti nella busta paga classica) insieme allo stipendio mensile.

Oltre al netto in busta, che resta la cosa che a prescindere dal settore lavorativo, balza prima agli occhi del lavoratore, la busta paga va controllata per bene perché deve riportare una serie di cifre e dati che possono sembrare superflui, ma che invece non lo sono.

Cosa leggere nella busta paga per la badante

Quando si parla di stipendio si parla sostanzialmente della cosiddetta retribuzione in busta paga. È nella busta paga infatti che viene riportato lo stipendio effettivamente erogato alla lavoratrice, in base alle ore di lavoro svolte nel mese ed in base a ciò che è stato stabilito nel contratto/lettera di assunzione.

La busta paga, oltre all’anagrafica del lavoratore e del datore di lavoro, deve contenere anche:

  • L’inquadramento del lavoratore;
  • Il livello contrattuale;
  • La data di assunzione;
  • La paga base;
  • Gli scatti di anzianità di servizio;
  • Eventuale straordinario per ore extra di servizio;
  • Il TFR accantonato;
  • Le ore di lavoro svolte;
  • Festività;
  • Ferie godute e residue;
  • Ferie arretrate e ferie anno corrente;
  • Rateo tredicesima.

Perché sono voci da tenere sotto controllo

A prescindere dalla fiducia reciproca e dalla virtuosità del datore di lavoro, controllare queste voci deve essere la prassi. Infatti verificare il giusto livello di inquadramento può essere determinante per capire in quale fascia di stipendio tabellare si rientra.

Così come è importante per esempio verificare le ore di lavoro, che devono essere quelle pattuite ed effettivamente svolte e che possono essere determinanti anche dopo l’interruzione del rapporto di lavoro e per una ipotetica Naspi.

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