Da 1 luglio si potrà licenziare: quali sono le alternative alla perdita del lavoro?

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Fine del blocco dei licenziamenti il 30 giugno 2021, dal 1 luglio si potrà licenziare. Ma il governo da delle alternative.
Licenziamento

Draghi ha confermato che il blocco dei licenziamenti non verrà prorogato e a partire dal 1 luglio 2021, quindi, sarà possibile licenziare anche per motivi economico. Molti sono i lavoratori che temono questo momento certi di perdere il posto di lavoro quando i datori di lavoro saranno liberi di licenziare.

A rischio sono circa 130mila posti di lavoro, come scrive il Sole24Ore. Ma i datori di lavoro non avranno solo questa possibilità potendo accedere anche alla CIG con causali tradizionali e con contatori azzerati.

La cassa integrazione, quindi, ripartendo da zero consente di evitare l’ondata di licenziamenti. Il governo, infatti, assicura che saranno messi in campo strumenti adeguati per evitare ciò in primis la riforma degli ammortizzatori sociali e il decollo delle politiche attive, entrambi strumenti che serviranno in modo determinante per affrontare la fase di transizione.

Maurizio Stirpe, vice presidente degli industriali sottolinea che continuare a rimandare la fine del blocco significa solo dover affrontare un maggior numero di problemi in futuro.

Contratti di espansione

Ma non solo la CIG per evitare i licenziamenti. Dal 1 luglio per la fase di transizione sarà utilizzabile anche il contratto di espansione, un contratto che permette l’uscita dei lavoratori cui mancano meno di 5 anni al pensionamento. Con la Legge di Bilancio 2021 si è allargata la platea delle aziende beneficiarie visto che si esteso l’utilizzo ad aziende con 250 dipendenti ma nulla toglie che tale limite possa essere ancora abbassato.

Un altro strumento che potrebbe essere utilizzato è il rafforzamento dei contratti di solidarietà, per il quale premono le parti sociali. Si tratta di uno strumento di integrazione al reddito che potrebbe rivelarsi un vero salvagente per i lavoratori che si trovino davanti piani di ristrutturazione aziendale.

Ma il decollo delle politiche attive sembra essere il cavallo di battaglia di questo governo: assegno di ricollocazione, riforma degli ammortizzatori sociali, formazione mirata e reinserimento nel mercato del lavoro.

Questi gli obiettivi su cui sta lavorando il governo per far in modo che meno lavoratori possibile si ritrovino senza occupazione.

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