Il famoso redditometro torna a far parlare di se. Quello strumento che riesce a confrontare entrate e uscite dei contribuenti e che serve al Fisco per scovare presunte evasioni, frodi e riciclaggio di danaro, torna ad essere utilizzato dalle Entrate.
Il riavvio dei controlli e degli accertamenti a cui aveva già iniziato a lavorare il primo governo Conte non appena insediato, adesso è pronto per partire, o meglio per ripartire dal momento che ci sono stati diversi anni di stop per permettere di mettere a punto la macchina operativa che deve essere precisa ed imponente.
Accertamenti dal 2016, di cosa si tratta?
Il redditometro di fatto è lo strumento che permette di determinare le condizioni di un contribuente in base al rapporto tra quello che guadagna e quello che spende. È lo strumento che più impaurisce i contribuenti di fronte ad una spesa che vanno a sostenere. Infatti si può finire sotto controllo semplicemente spendendo più di quanto si guadagna.
Il problema è che adesso il Fisco passerà in rassegna non le spese di quest’anno o dello scorso anno, bensì le spese degli ultimi cinque anni dei contribuenti. A dire il vero il redditometro non ha mai funzionato bene tanto è vero che il governo Conte con Salvini e Di Maio Vice Premier aveva deciso di rivisitarlo dal momento che andavano rivisti i criteri di accertamento.
Il 15 luglio tutto sarà pronto per partire
Il restyling dei parametri che il redditometro doveva utilizzare, in base a ciò che hanno previsto M5S e lega nel primo governo Conte, avrebbe dovuto tirare dentro anche i suggerimenti dell’Istat e delle principali associazioni dei consumatori.
Infatti occorreva una mano per far funzionare bene uno strumento che fino ad allora era stato poco e male usato. Adesso però tutto è pronto perché da qui al 15 luglio si sentiranno i rappresentanti della associazioni dei lavoratori per valutare bene quali e quante spese devono essere quelle da attenzionare, oltre naturalmente a verificare quali sono i dati sensibili da questo punto di vista per l’Istat.
Dopo la metà di luglio quindi, il Fisco sarà pronto a mettere a confronto i dati sulle entrate e sulle uscite dei contribuenti. E sarà sotto l’occhio attento sia il contribuente che spende più di quello che guadagna, che quello che spende poco, perché in entrambi i casi per il Fisco c’è qualcosa di anomalo che può richiamare al lavoro in nero per esempio.