I penalizzati dal nuovo reddito di cittadinanza che lo perderanno presto

Mario nava
I penalizzati dal nuovo reddito di cittadinanza che lo perderanno prima dei 7 mesi e forse nemmeno lo sanno.
reddito di cittadinanza

Ultimi mesi di fruizione del reddito di cittadinanza per tutti, nessuno escluso. I penalizzati dal nuovo reddito di cittadinanza quindi sono tutti i potenziali beneficiari. Perché il governo ha deciso di mettere la parola fine al sussidio, cioè di cessarlo una volta per tutte a partire dal 31 dicembre 2023. Nessuno più potrà richiedere il sussidio e nessuno più potrà percepirlo nel 2024. Probabilmente nasceranno altre misure ed altri strumenti, che promettono di essere più equi nella loro distribuzione e meno problematici. Ma l’unica certezza al momento è la cessazione della misura. A prescindere dalla tipologia dei beneficiari, non ci sarà nessuno più che potrà prendere questo sussidio dopo la fine del 2023. Ma già nel corso di quest’anno, molti lo vedranno cessare in anticipo rispetto al 31 dicembre 2023. E molti sono insospettabili, nel senso che anche considerando i 7 mesi di durata massima per qualcuno, il sussidio per molti finirà anche prima.

I penalizzati dal nuovo reddito di cittadinanza che lo perderanno presto

Per i nuclei familiari composti esclusivamente da persone di età compresa tra i 18 ed i 60 anni non ancora compiuti, la durata del sussidio scende a 7 mesi nel 2023. Anche per i singoli in quella fascia di età naturalmente. Per chi invece ha nel nucleo familiare almeno una persona tra minorenni, over 60 e invalidi, durata fino al 31 dicembre 2023. Prima anomalia evidente, per le famiglie che hanno donne in dolce attesa per il primo figlio. Il reddito di cittadinanza è collegato all’ISEE ed in un nucleo familiare il nuovo figlio non compare se non dopo la nascita. ne consegue che per una famiglia di questo genere, il sussidio durerà massimo 7 mesi. E per di più, in attesa dei chiarimenti delle autorità, anche la futura mamma dovrà partecipare ai corsi di formazione, ai lavori socialmente utili o rispondere di si alle offerte di lavoro. Perché in caso contrario il beneficio decadrebbe anche prima dei 7 mesi.

Il problema dell’ISEE corrente e del mese di pausa tra un rinnovo e l’altro

La durata massima del reddito di cittadinanza fin dall’inizio è stata di 18 mesi prorogabili di 18 in 18. Tra un periodo di fruizione e l’altro, una pausa di un mese, che poi sarebbe quello utile a ripresentare la domanda. E tra i penalizzati dal nuovo reddito di cittadinanza anche questi chiamati al rinnovo. Il mese di stop che in passato veniva recuperato perché spostava soltanto la scadenza della seconda tranche da 18 mesi, adesso viene perduto per sempre. Una condizione che riguarda quanti per esempio, nel 2023 hanno diritto a meno di 12 mesi di sussidio del periodo da 18 mesi in corso. Per esempio, per famiglie il cui sussidio scade a giugno 2023, il mese di luglio sarà vuoto da ricariche. Se la domanda è presentata per tempo, si tornerà tra i beneficiari ad agosto. Per prendere solo 5 mesi di sussidio rimanenti, perdendo definitivamente il mese di luglio.

Reddito di cittadinanza ed ISEE corrente

L’ISEE corrente è una soluzione molto utilizzata soprattutto per il reddito di cittadinanza. Infatti è la versione dell’ISEE che più si avvicina alla reale situazione economica e patrimoniale di una famiglia nell’attualità. Questo dal momento che l’ISEE ordinario invece ha la situazione spostata al 2021 (due anni precedenti). Ma se per le variazioni reddituali l’ISEE corrente può essere fatto subito, per i patrimoni no. Significa che occorrerà rinnovare l’ISEE ordinario con il corrente, solo da aprile. E solo una volta ottenuto l’ISEE corrente si potrà presentare la domanda di reddito di cittadinanza. Che nella migliore delle ipotesi potrà essere incassato a maggio o con certezza assoluta, a giugno. Significa arrivare a stendo a godere dei 7 mesi per le famiglie prive di minorenni, invalidi o over 60. Per chi invece in base all’ISEE corrente avrebbe avuto diritto a 12 mesi di sussidio, nulla da fare. I primi mesi dell’anno saranno vuoti fino alla possibilità di variare i patrimoni ad aprile.

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