Il nuovo reddito di cittadinanza 2023 e tre modifiche che fanno paura 

Mario nava
Cosa succederà al tanto discusso reddito di cittadinanza nel 2023 e perché sono a rischio molti beneficiari.
Reddito di cittadinanza, ecco chi ha due card RDC senza nemmeno saperlo, ma solo su una arriverà il sussidio.

È senza dubbio l’argomento più caldo tra quelli di cui i cittadini trattano quotidianamente. Parliamo del reddito di cittadinanza, misura che oggi conta oltre 2 milioni e mezzo di beneficiari è che, in base a voci e indiscrezioni, molti considererebbero a rischio. Togliere il sussidio alle famiglie che oggi ne beneficiano è sicuramente è una specie di incubo per molti. Ed anche se c’è chi parla di cautela a dare giudizi affrettati su quello che è l’intenzione del nuovo esecutivo Meloni, una cosa praticamente certa è che è molto finirà per cambiare per quanto riguarda il sussidio tanto caro al Movimento 5 Stelle. Per il nuovo reddito di cittadinanza 2023 e tre modifiche che fanno paura a tanti, ci sarebbe molto da dire. Soprattutto perché sono delle modifiche che di fatto taglieranno il perimetro entro cui beneficiare del sussidio.  

Potenziamento delle politiche attive sul lavoro, a rischio decadenza il reddito di cittadinanza 

 
I cambiamenti saranno quasi tutti dedicati a limitare le pratiche dei furbetti del reddito di cittadinanza che gravando sulle casse dello Stato. Soggetti questi che riescono a percepire il sussidio anche non essendone propriamente meritevoli. Si tratta quindi di tagliare i beneficiari della misura riducendo i furbetti e limitando le pratiche illecite utilizzate da molti. La prima modifica sarà senza dubbio quella relativa alla decadenza del beneficio. Infatti scatterebbe immediata già al primo rifiuto di un eventuale proposta di lavoro pervenuta ai beneficiari. Una modifica che prevede anche un potenziamento delle attività relative alle politiche attive sul lavoro. Infatti bisognerà trovare il modo per offrire un posto di lavoro ai beneficiari del sussidio da parte dei centri per l’impiego. E dal momento che dopo i primi 18 mesi le proposte di lavoro possono prevenire anche da tutto il territorio nazionale e non soltanto nelle vicinanze della residenza dei beneficiari, è evidente che il rifiuto è assai probabile per molti degli interessati.  

 
Reddito di cittadinanza si taglia, sussidio meno lungo di prima 

Un’altra modifica sarebbe quella della riduzione del periodo di sussidio percepito. Oggi infatti il reddito di cittadinanza si prende per 18 mesi rinnovabili praticamente all’infinito. Ad una fase di 18 mesi Infatti dopo una pausa di un solo mese sussegue un’altra fase di 18 mesi. Al termine di quest’altra, operazione da ripetere e quindi altra pausa di un mese e poi nuovo beneficio per ulteriori 18 mesi. Il cambiamento potrebbe essere epocale, perché dopo i primi 18 mesi, il rinnovo scatterebbe solo decorsi sei mesi dall’ultima ricarica ottenuta. Il secondo rinnovo da 18 mesi passerebbe a 12. Al termine di questi altri 12 mesi di fruizione, dopo un ulteriore pausa di 6 mesi, si otterrebbero ulteriori 6 mesi di beneficio per cui uscire fuori dal programma e non percepire più nulla. 

 
Limiti per i beneficiari e stop a sussidi per chi può lavorare 

Si parla anche di limitare la possibilità di domanda solo a determinati nucleo familiari e a determinati soggetti. In pratica sì arriverebbe a concedere i benefici soltanto al nucleo familiari che al loro interno presentano problematiche quali possono essere la presenza di invalidi, gli over 60 o nel caso in cui le famiglie hanno molti minorenni a carico. Stop al reddito di cittadinanza a chi può lavorare quindi.  

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