In pensione con 28 anni di contributi? Ecco perché lasciare il lavoro è possibile In pensione con 28 anni di contributi? Ecco perché lasciare il lavoro è possibile

In pensione con 28 anni di contributi? Ecco perché lasciare il lavoro è possibile

Ecco quando è ammesso lasciare il lavoro per programmare la pensione dopo soli 28 anni di contributi.

Una delle misure che ormai da anni è una di quelle più sfruttate dai lavoratori è senza dubbio l’Anticipo Pensionistico Sociale. Ed è grazie a questo strumento che molti sono riusciti e riescono ancora ad anticipare di molto la data di uscita dal mondo del lavoro. Parliamo dell’APE sociale quindi, uno strumento ancora oggi vivo e vegeto. Si tratta di una misura che dal 2018 è servita a tanti lavoratori per poter anticipare il pensionamento e che anche in questo 2025 continua ad avere appeal. L’APE sociale è una prestazione che non riguarda la generalità dei lavoratori ma che è destinata solo a determinate categorie. Ma a conti fatti anche se non propriamente in pensione, permette di lasciare il lavoro anche con solo 28 anni di versamenti.

Andare a riposo dopo 28 anni di versamenti contributivi

Si può andare in pensione con soli 28 anni di versamenti? Ad una domanda del genere non è facile dare una risposta. Perché 28 anni possono bastare per esempio, per quelle misure che prevedono una carriera inferiore. Per esempio con la pensione di vecchiaia ordinaria dove bastano 20 anni di versamenti. Ma per l’Ape sociale i 28 anni non sembrano essere sufficienti, almeno per prendere direttamente la misura che tra l’altro ha limiti di platea netti. Nello specifico l’Ape sociale è per gli addetti ai lavori gravosi, i caregivers, gli invalidi e i disoccupati. Solo per i lavori gravosi serve una carriera contributiva più lunga pari a 36 anni. Per gli altri bastano 30 anni. E allora come si fa con 28 anni di versamenti?

In pensione con 28 anni di contributi? Ecco perché lasciare il lavoro è possibile

Per l’Ape sociale ci vogliono almeno 63 anni e 5 mesi di età, e almeno 36 anni di contributi per i lavori gravosi o 30 anni per invalidi, caregivers e disoccupati. Solo ad una categoria di fatto è ammessa la possibilità di lasciare il lavoro dopo aver completato 28 anni di versamenti. E parliamo dei disoccupati. Per l’Ape sociale al disoccupato viene imposto di aver terminato di prendere interamente la Naspi spettante dopo aver perso il lavoro involontariamente. E chi viene da un lavoro durato almeno 4 anni, ha diritto a ben 2 anni di Naspi. Cosa significa tutto questo? Che un lavoratore che ha interrotto la carriera con 28 anni di versamenti, può prendere la Naspi per due anni, godendo oltre che dell’indennità mensile di disoccupazione, anche della relativa contribuzione figurativa. Aggiungendo i due anni di versamenti figurativi da Naspi ai 28 anni in possesso del diretto interessato ecco maturare la soglia dei 30 anni utile all’Ape sociale con lo status di disoccupato.