In pensione nel 2024 a qualsiasi età, ecco i fortunati

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Due strade consentono la pensione a prescindere dall’età raggiunta, ecco quali sono per il 2024.
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Per poter andare in pensione bisogna avere una determinata età ed una determinata carriera contributiva. Naturalmente spesso queste due cose non bastano. Perché ogni misura di pensionamento, prevede altri requisiti specifici. Il meccanismo è sempre lo stesso e non fa distinzione perché riguarda le pensioni di vecchiaia, la quota 103, l’Ape sociale, opzione donna e qualsiasi altra misura che ha un limite anagrafico ed uno contributivo da rispettare. Sono solo due le misure che permettono il pensionamento solo con il requisito contributivo e quindi senza limiti di età. C’è la pensione anticipata ordinaria e c’è la quota 41 per i precoci.

La pensione anticipata ordinaria nel 2024, ecco come funziona


La prima misura che consente un pensionamento a prescindere dall’età di un lavoratore, è la pensione anticipata ordinaria. La misura ha visto i natali nel 2012 con la riforma Fornero. Infatti questa misura ha preso il posto della pensione di anzianità che era uno strumento che funzionava allo stesso modo. La pensione anticipata ordinaria consente l’uscita al lavoratore uomo che completa 42 anni e 10 mesi di contribuzione previdenziale mentre per le donne c’è un anno in meno (41,10, ndr). L’unico altro requisito è quello dei 35 anni di contributi che devono essere effettivi e neutri dai contributi figurativi di disoccupazione e malattia.

La quota 41 per i precoci, alternativa alla pensione anticipata ordinaria

Il lavoratore che può vantare un anno di contributi completato anche discontinuamente prima di aver compiuto i 19 anni di età, viene definito precoce. E per lui c’è la quota 41 per i precoci. Per l’accesso a questa misura serve sempre che 35 dei 41 anni di contribuzione siano esenti da figurativi per malattia e disoccupazione. Oltre allo status di precoce, bisogna essere alternativamente:

  • disoccupati che da tre mesi hanno terminato di prendere la Naspi;
  • invalidi almeno al 74%;
  • caregivers che assistono un parente disabile e convivente da almeno 6 mesi;
  • addetti al lavoro gravoso da 7 degli ultimi 10 anni o da 6 degli ultimi 7 anni.

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