In pensione solo con 43,4 anni di contributi, l’esagerazione prosegue

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Tra finestre mobili e aspettativa di vita, ecco cosa c’è da considerare per le pensioni future.
In pensione

Se tristi sono gli scenari per una ipotetica futura nuova riforma delle pensioni che rischia di non poter essere varata, ancora più negativi sono gli scenari relativi ai requisiti che i lavoratori dovranno centrare per poter andare in pensione in futuro. In pratica, da un lato nulla di nuovo verrà varato per consentire il pensionamento in anticipo dei lavoratori. Dall’altro lato le misure oggi in vigore, soprattutto quelle ordinarie, rischiano di subire un incremento dei requisiti. E questo per via dell’aspettativa di vita. Bisogna essere preoccupati allora?

In pensione solo con 43,4 anni di contributi, l’esagerazione prosegue

Dopo i tristi avvenimenti degli oltre due anni di pandemia, la vita media degli italiani che era calata per via dei troppi decessi è tornata a salire. Anzi, alcune statistiche mettono in luce il fatto che il calo avuto come vita media della popolazione è stato già riassorbito. Significa che la vita media degli italiani torna a salire e come tutti sanno questo per le pensioni non è un dato positivo. Man mano che sale l’aspettativa di vita della popolazione, salgono anche i requisiti che bisogna centrare per poter andare in pensione. E sia con le misure ordinare che con quelle in deroga. Tutti ricordano ciò che è accaduto nel 2019 quando l’età pensionabile passò dai 66 anni e 7 mesi di allora ai 67 anni di oggi. E così anche le pensioni anticipate ordinarie distaccate dai limiti anagrafici oggi si centrano con 42 anni 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Una soglia molto alta e molto più alta di quella del passato.

Tra scatti per l’aspettativa di vita e finestre, pensioni sempre più lontane

Un aumento esponenziale dei requisiti per le pensioni, questo fu registrato nel 2019. Una cosa che non è niente rispetto a quello che dovrebbe accadere molto presto con cadenza di due anni in due anni. Infatti si prevede che la vita media della popolazione in salita, porterà ad un’altro scatto. Questa volta probabilmente di due o tre mesi. Dopo tanti anni di blocco degli aumenti per l’aspettativa di vita ecco quindi che si va materializzando un altro incremento che potrebbe portare le pensioni a 43 anni ed un mese per gli uomini e a 42 anni ed un mese per le donne. E ogni biennio lo scatto, come previsto dalle normative, si ripeterà. Ma c’è da analizzare anche dell’altro. Infatti le pensioni anticipate ordinarie da tempo hanno il meccanismo a finestra che fa slittare la decorrenza del trattamento di 3 mesi. Un sistema quello delle finestre che resterebbe invariato. Di conseguenza, va considerato anche tutto questo per capire com’è presto serviranno ben 43,4 mesi per andare in pensione, e poi biennio dopo biennio, ancora scatti.

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