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Legge 104 anche in caso di anoressia, ecco le novità per i disturbi alimentari

Anche chi soffre di anoressia può ottenere i benefici della Legge 104. Ecco quando scatta il riconoscimento e quali sono i requisiti previsti.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA), come l’anoressia e la bulimia, sono patologie complesse che vanno ben oltre l’ambito della nutrizione: possono compromettere gravemente la salute fisica e mentale della persona, ridurre l’autonomia individuale e ostacolare le normali relazioni sociali e lavorative. È proprio in questo contesto che interviene la Legge 104/1992, che prevede agevolazioni e permessi per chi vive in una condizione di disabilità riconosciuta. E oggi, anche l’anoressia può rientrare tra queste casistiche, se diagnosticata in forma grave e invalidante.

Disturbi alimentari e riconoscimento dell’invalidità

Secondo le linee guida dell’INPS, l’anoressia e la bulimia possono portare al riconoscimento dell’invalidità civile, con percentuali differenti in base alla gravità del disturbo. In particolare:

  • anoressia con compromissione lieve: 35%;
  • anoressia con deficit moderato: 45%;
  • anoressia con gravi ripercussioni psico-fisiche: dal 75% al 100%;
  • bulimia nervosa non complicata: 20%.

Il riconoscimento dell’invalidità è un primo passo fondamentale per poter accedere ad altri strumenti di supporto previsti dallo Stato, tra cui proprio le tutele garantite dalla Legge 104.

Quando scatta la Legge 104 per anoressia

La Legge 104 può essere concessa in presenza di disturbi alimentari gravi, che limitano in modo significativo l’autonomia personale, impediscono l’accesso al mondo del lavoro e compromettono la vita sociale. In sostanza, deve trattarsi di condizioni tali da rendere difficile o impossibile il normale svolgimento delle attività quotidiane. È proprio questo elemento — l’impatto sulla funzionalità sociale e personale — che viene valutato durante la visita medico-legale.

Nel caso in cui la Commissione Medica dell’INPS riconosca una condizione di handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104, la persona interessata potrà accedere a permessi retribuiti, congedi e agevolazioni lavorative, nonché a benefici fiscali su spese mediche, ausili e assistenza.

Anche per minori e over 65

Un aspetto importante riguarda i soggetti non in età lavorativa, come i minori o gli over 65. Anche in questi casi, la valutazione non si basa sulla capacità lavorativa, ma sulla possibilità di svolgere le funzioni quotidiane e sul grado di autonomia. Se compromessi in modo significativo, possono anch’essi ottenere il riconoscimento dei benefici previsti dalla Legge 104.

Il riconoscimento dei DCA come patologie meritevoli di tutela rientra in un più ampio processo di sensibilizzazione istituzionale, che mira a superare lo stigma e garantire un sostegno concreto a chi soffre di malattie spesso invisibili. Le novità in tema di Legge 104 rappresentano un passo avanti importante, che consente di affrontare queste patologie non solo da un punto di vista clinico, ma anche sociale e lavorativo, valorizzando il diritto all’assistenza e all’inclusione.