Cosa spetta la lavoratore al termine di un contratto di lavoro? Una domanda a cui sembra facile dare una risposta ma non lo è. Tutti sanno che al termine di un rapporto di lavoro, a prescindere dal motivo per cui esso si è interrotto, ci sono dei diritti sacrosanti appannaggio di chi ha perduto il lavoro. Ma quali sono davvero questi diritti? Ecco una guida dettagliata.
Contratto di lavoro cessato, al lavoratore TFR ma non solo
TFR è acronimo di Trattamento di Fine Rapporto ed è un istituto che scatta al termine di un rapporto di lavoro e spetta al lavoratore in base a ciò che mese per mese lui stesso ha accantonato. In base ai settori lavorativi, questo istituto può chiamarsi TFS, ovvero Trattamento di Fine Servizio.
Nel lessico comune spesso questi istituto vengono chiamati liquidazione o buonuscita, ma nel particolare non cambia nulla. Infatti si tratta di somme che durante i mesi di servizio, il lavoratore accantona per il tramite del datore di lavoro che effettua le trattenute in busta paga.
Una specie di salvadanaio dove confluiscono questi accantonamenti che vengono erogati al lavoratore nel momento in cui un rapporto di lavoro si interrompe per dimissioni, licenziamento, pensionamento e così via. Ciò che viene erogato al lavoratore è ciò che ha messo da parte al netto della tassazione vigente e di eventuali anticipi percepiti.
Lavoratori cessati, oltre al TFR c’è di più
Dopo il licenziamento o in genere, l’interruzione del rapporto di lavoro, al lavoratore spetta il TFR, ma non solo. Infatti oltre alla liquidazione, che in genere ammonta ad uno stipendio mensile per ogni anno intero di lavoro svolto, o 1/13 di stipendio per ogni mese di lavoro, co sono tanti altri emolumenti spettanti.
Ci sono i ratei della tredicesima per esempio. Se il rapporto di lavoro si interrompe prima di dicembre, alla fine, nell’ultima busta paga, al lavoratore spettano i ratei della tredicesima (anche della quattordicesima per i settori dove è prevista). Anche per la mensilità aggiuntiva di deve ragionare sulla base di accantonamenti mensili e quindi più o meno 1/13 di stipendio ogni mese finisce in ciò che al lavoratore arriva ogni dicembre. E se a dicembre non si arriva perché il rapporto termina prima, queste erogazioni vanno liquidate con l’ultima busta paga.
Anche ferie e permessi vanno liquidati
Al termine di un rapporto di lavoro si chiudono di fatto tutti i conti lasciato in sospeso. Si monetizzano per esempio i permessi e le ferie non sfruttati dal lavoratore. Quando si interrompe un rapporto di lavoro occorre seguire delle specifiche procedure sia in sede di licenziamento che di dimissioni. In base alla anzianità di servizio infatti, occorre dare in preavviso, sia per decisione presa dal datore di lavoro che licenzia che per decisione presa dal lavoratore nel caso di dimissioni. Alla fine del rapporto di lavoro se mi datore di lavoro non ha rispettato i termini di preavviso, al lavoratore spetta l’indennità di mancato preavviso.