Pensione anticipata contributiva con tre anni di anticipo, la guida

Mario nava
Come si sfrutta e per chi è dedicata la misura che permette di anticipare a 64 anni l’uscita dal mondo del lavoro.
malattia e visite fiscali

Uscire dal lavoro a 64 anni di età e non a 67 è una concreta possibilità ma solo per determinati soggetti. Infatti lo prevede la normativa vigente, o meglio, la pensione anticipata Inps come si legge sul sito istituzionale dell’Ente Previdenziale. Alla classica pensione anticipata con 42,10 anni di contributi versati per gli uomini o 41,10 anni per le donne, senza limiti anagrafici, si affianca questa particolare misura destinata a chi non ha nemmeno un contributo versato, a qualsiasi titolo, prima del 1996.

SI tratta dei cosiddetti contributivi puri. Per loro c’è infatti l’uscita a 64 anni con 20 anni di contributi, anche se non basta solo questo.

Pensione anticipata contributiva, cos’è?

Per contributivi puri intendiamo coloro che hanno iniziato a lavorare ed a versare contributi, dopo il 1995. Perché il 1995 come data? Perché dall’anno successivo entrò in vigore la riforma Dini con tanto di passaggio al sistema contributivo.

Da quel momento prese importanza la contribuzione versata rispetto alla retribuzione, con le pensioni che piano piano passavano dall’essere calcolate in base agli stipendi degli ultimi periodi di carriera, ad essere calcolate in base al montante dei contributi.

La pensione anticipata contributiva pertanto, riguarda sostanzialmente soggetti che hanno il primo accredito successivo al 31 dicembre 1995. Per poter lasciare il lavoro bastano per questi soggetti 64 anni di età e 20 anni di contributi, anziché, come prevede la pensione di vecchiaia ordinaria, 67 anni di età e 20 anni di contributi.

Uscita 3 anni prima , ma con pensione di un centro tipo

La pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni di età con 20 anni di contributi, non ha limiti di importo per essere assegnata ad un pensionato, tranne che per i contributivi puri. Infatti per loro è necessario che la pensione sia pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale, ovvero più  meno pari a 690 euro al mese. Diverso invece il caso della pensione anticipata contributiva. Infatti non basta solo completare la giusta età (64 anni) e la giusta carriera contributiva (20 anni almeno) e non basta nemmeno essere effettivamente contributivo puro.

È necessario infatti che la pensione liquidata sia pari a 1.288 euro circa al mese, perché l’assegno deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (che per il 2021 è di circa 460 euro al mese).

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