Pensione, ecco perchè la Legge Fornero non si può cancellare (ancora)

Luca
La Legge Fornero al momento non può essere cancellata per non vanificare gli ultimi 10 anni di sacrifici.
pensioni

Da anni, ormai, si parla di una abolizione della Legge Fornero. Probabilmente già subito dopo l’entrata in vigore c’era chi voleva cancellarla. Una riforma previdenziale lacrime e sangue che ha penalizzato migliaia e migliaia di lavoratori e creato i cosiddetti esodati. Una legge sicuramente rigida e pesante ma che serviva all’Italia per uscire da una situazione di crisi economica molto difficile.

Far quadrare i conti di uno stato è sempre molto difficile. Di un paese come l’Italia lo è ancora di più considerando anche che da noi lo Stato è assistenziale e la spesa di trattamenti assistenziali, per forza di cose, deve uscire dalla stessa cassa da cui escono i trattamenti previdenziali. Con la riforma Monti Fornero l’Italia in 10 anni ha risparmiato 80 miliardi di euro

Oltre ai paletti che impone, quindi, bisogna considerare la Legge Fornero come quella che ha contribuito a rendere sostenibile il sistema previdenziale italiano. La riforma in questione da sola rappresenta circa un terzo di tutti i risparmi che si riuscirà ad avere dalla sua introduzione al 2060.

Perchè non si cancella?

Ad oggi il sistema previdenziale sta ancora godendo a pieno dei vantaggi che la Legge Fornero ha portato. Cancellandola ora si vanificherebbero, di fatto, tutti i sacrifici fatti negli ultimi 10 anni.  Non ci si rende conto ma in Italia la spesa per le pensioni supera abbondantemente i 250miliardi di euro l’anno. Nel 2022 è prevista una spesa che sfiorerà soglia 300 miliardi di euro.  E si tratta di una spesa destinata, per forza di cose a salire negli anni. Perchè la popolazione invecchia, aumentano i pensionati e diminuisce la forza lavoro.

Proprio in quest’ottica risulta impossibile pensare ad una abolizione dell’attuale legge previdenziale . Se quello che ci si aspetta è una riforma pensioni strutturale che elimini la Fornero, purtroppo ci si deve attendere di restare delusi. L’attuale legge pensionistica non sarà toccata prima del 2030. Fino ad allora si potrà intervenire con misure sperimentali che ne mitighino gli effetti. E che abbiano un costo relativamente basso per le casse dello stato. Come l’opzione donna che se anche ha un costo nell’immediato, sul lungo termine conviene alle casse dell’INPS poichè è pur vero che le donne che la scelgono prendono la pensione per 7/8 anni in più, ma è anche vero che la percepiranno decurtata (grazie al calcolo contributivo) per tutta la vita.

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