Pasquale Tridico, Presidente dell’Inps durante un convegno ha riproposto una idea che già mesi fa aveva anticipato prevedendo una riforma previdenziale che sostituisca la quota 100.
E in sostituzione di quota 100 uscita a 62 anni e 38 di contributi, ecco una uscita a 62 anni con 20 di contributi.
Impossibile? La proposta c’è ed è stato lo stesso Tridico a rilanciarla come soluzione agli ipotizzati problemi successivi a quota 100 per le pensioni 2022.
Ma se dobbiamo assecondare le volontà di Bruxelles, tanto è vero che nel Recovery Plan (il piano nazionale di ripresa e resilienza di Draghi) viene bloccata qualsiasi ipotesi di proroga per quota 100, allora come si fa a immaginare una misura come quella di cui parla Tridico?
La risposta sta nella struttura della misura.
Pensioni 2022: la soluzione che piace all’Inps
Dal 2022 in base alla proposta, si potrebbe uscire dal lavoro a 62 anni di età con appena 20 di contributi. Un capolavoro assoluto se davvero si andasse in porto con questa misura.
La misura sarebbe una sorta di nuova pensione di vecchiaia flessibile, perché al pensionato verrebbe data facoltà di scelta a partire dai 62 anni.
Ma che facoltà sarebbe se la misura anticipa di 5 anni l’età prevista per la pensione di vecchiaia sempre con 20 anni di contributi?
Chi rinuncerebbe ad una cosa del genere scegliendo di restare al lavoro nonostante l’evidente vantaggio? Evidentemente c’è qualcosa sotto.
Infatti ci sarebbe da ricevere una pensione più bassa di quella spettante in base ai contributi versati.
Penalità per 5 anni
Perché pensione più bassa? Presto detto. Secondo Tridico si potrebbe costringere il lavoratore ad accettare il ricalcolo pienamente contributivo della pensione. Non poca cosa per chi ha una carriera lunga antecedente il 1996.
A queste condizioni il taglio sarebbe simile a quello che le donne subiscono con l’opzione donna solo che per queste la misura prevede 58 anni di età per le dipendenti e 59 per le autonome, ma con ben 35 anni di contribuzione minima versata.
Ma pera misura di cui parla Tridico, la penalizzazione sarebbe a tempo, con la pensione che si spacchetta in due, con i primi 5 anni in cui sarà calcolata interamente con il metodo contributivo e con i restanti anni, a partire dai 67 anni di età, con la pensione che tornerebbe ad essere calcolata col sistema misto e a salire evidentemente di importo.
In pratica si uscirebbe a 62 anni ma solo con quota contributiva e 20 anni di contributi versati. La restante parte di pensione verrebbe liquidata una volta compiuta l’età pensionabile di vecchiaia.