Pensioni: e se la soluzione fosse il salvacondotto in stile Fornero? Ecco chi ne godrebbe

Mario nava
Una vecchia misura ormai scaduta, se rivisitata potrebbe essere una valida soluzione anche alternativa alla quota 41 per tutti.
badanti e festivi

Quando entrò in vigore la riforma Fornero i requisiti per le pensioni si allontanarono nel tempo in maniera piuttosto pesante e radicale. Ma fu la stessa Fornero a prevedere delle deroghe a questi inasprimenti, per salvaguardare alcune categorie di contribuenti che avendo maturato già determinati requisiti, rischiavano di pagare un dazio pesante.

Naturalmente all’epoca della riforma Fornero ci si dimenticò di qualcuno, e nacque la vicenda degli esodati. Ma si inserì il salvacondotto, che fu appannaggio di chi era nato nel 1952 e basta. Usare una via del genere adesso che si cercano soluzioni per il post quota 100 non sembra esercizio azzardato.

Salvacondotto Fornero, come funzionava?

Il salvacondotto fu un beneficio previsto dalla riforma Fornero (fu chiamato anche deroga Fornero) che consentiva di accedere alla pensione già a 64 anni di età e senza alcuna penalizzazione di assegno per chi al 31 dicembre 2012 aveva maturato 35 anni di contributi (per le donne ne bastavano 20) e già compiuto 60 anni di età.

Una misura che per qualcuno evitò di subire l’allontanamento della quiescenza dettato dalla sostituzione delle vecchie pensioni di anzianità con le nuove pensioni anticipate, che adeguamento dopo adeguamento alla stima di vita degli italiani, oggi è arrivata a 42 anni e 10 mesi di contributi accreditati per i maschi e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Il salvacondotto anti scalone post quota 100

Trovare una soluzione simile al salvacondotto oggi potrebbe essere la via per detonare il pericolo scalone di 5 anni che lascerà in campo la scadenza di quota 100 del 31 dicembre 2021.

SI potrebbe trovare una sintesi fissando magari una uscita anticipata anche a 64 anni di età (così lo scalone da 5 anni passerebbe a 2), per chi ha raggiunto entro il 31 dicembre 2021 i 60 anni di età e magari una contribuzione tra i 30 ed i 35 anni. Infatti il rischio maggiore lo corrono i nati nel  1960, che non riusciranno a completare entro il 31 dicembre 2021 i 62 anni di età previsti da quota 100 e magari, nemmeno i 38 anni di contributi richiesti.

In un solo colpo si salvaguarderebbero alcuni lavoratori che ritenere sfortunati non è un esercizio azzardato visto che per poco non rientrano nella quota 100. Per questi soggetti si tratterebbe di attendere i 64 anni di età e non i 67 anni, e magari non correre alla ricerca del 38imo anno di contribuzione versata.

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